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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    A proposito di Tarsu…

    …Sono un cittadino di Santa Marinella, uno dei tanti raggiunto dall’accertamento per la Tassa sui Rifiuti Solidi Urbani (TARSU). Mi sento offeso da quanto dichiarato dall’Assessore Venanzio Bianchi in questi giorni sulle pagine del vostro giornale. Egli, infatti, tra le righe lascia intendere che finalmente questa Amministrazione riesce a far pagare ai furbi, agli evasori, a quelli che rilasciano volutamente dichiarazioni infedeli. Non è così; secondo un vezzo tutto italiano, chi evade totalmente, continua a farlo impunemente, chi invece già paga, da sempre, deve, in un modo o nell’altro, farsi carico anche di chi non paga. Per quanto riguarda la infedeltà delle dichiarazioni, l’Assessore, non è obbiettivo; egli che bazzica le Amministrazioni Comunali da tanti anni, sotto vari colori ed in varie vesti, sa bene che: la dichiarazione ai fini TARSU non era supportata da una planimetria catastale; in genere era anche imbeccata dagli impiegati dell’Ufficio Tributi, in quanto l’interessato non aveva dati precisi: “ Quanti metri sono l’appartamento?”, “Mah ottanta/ottantacinque”, “Va bene scriviamo ottanta”. Chi è diventato proprietario a seguito di acquisto di un appartamento ha semplicemente ereditato una situazione esistente. In caso di aumento di superficie a seguito di condono o di ampliamento autorizzato, L’Ufficio Urbanistica non si è premurato di informare l’Ufficio Tributi, come sarebbe normale tra Uffici complementari, per adeguare le imposte, tanto meno di raccomandare al cittadino interessato di farlo. Il Catasto, non prevedendo controlli, è un archivio di dati molto spesso infedeli. Quindi nel tempo si sono stratificati pressappochismo, inefficienze, mancanza di regole, disorganizzazione. Ora l’Amministrazione, al di là delle dichiarazioni di principio, ha deciso di fare cassa e per farlo in maniera indiscriminata si è affidata ad una società terza. Questa scelta sottintende due cose, che si ritiene che negli uffici comunali non ci siano le competenze per accertare i casi da correggere; che l’obiettivo sia recuperare il più possibile tanto da affidarsi ad una società che lucra sulla cifra recuperata. Cioè il contribuente, benché apparentemente tutelato perfino da uno statuto, è comunque colpevole, sconta la furbizia di chi evade e paga come anello più debole le inefficienze di tutta la catena. Sarebbe stato più giusto che l’Amministrazione, conscia della propria percentuale di colpa, individuati i casi irregolari, avesse richiesto ai cittadini di mettersi in regola entro un tot di tempo, senza sanzioni ed interessi, pena sì, allo scadere di tale tempo, l’applicazione di sanzioni. Ma l’Amministrazione ha scelto un modo rigidamente fiscale, quindi conflittuale con i propri cittadini. Allora in questo clima il cittadino non può fare altro che difendersi con tutte le armi possibili, ed appoggiandosi a tutte le associazioni che lo tutelano. Però è triste constatare come l’avidità di far cassa ad ogni costo cancelli responsabilità e diritti, e trascuri l’unico capitale vero di un Comune, che sono i suoi cittadini.

     

    Saverio Santi

    Santa Marinella