CIVITAVECCHIA – La ‘‘cricca’’ vicentina coinvolta nell’inchiesta in cui – con un ruolo ancora da definire è finito anche Enzo De Francesco, che ieri si è dimesso dal suo incarico di assessore al Commercio – era arrivata anche a Civitavecchia, dove ancora oggi risulta essere presente in porto.
Come già chiarito nell’edizione di ieri, l’anello di congiunzione tra Civitavecchia e Vicenza, tra lo stesso De Francesco e la città veneta, dove è stato aperto il conto corrente bancario a suo nome sul quale sono transitati in due giorni oltre 2,2 milioni di euro, è la figura di Maurizio Tollio, 37enne nato a Civitavecchia, ma da tempo trasferitosi in Veneto, dove poi avrebbe conosciuto Nadia Finco, la donna denunciata da De Francesco come la persona che secondo l’ormai ex assessore ed a sua insaputa avrebbe presentato l’ordine di bonifico con una firma disconosciuta dallo stesso De Francesco, «spostando il denaro appena versato dalla Xipe srl sul suo conto personale», come risulta dalla denuncia presentata alla Guardia di Finanza.
Nel 2007 la Xipe, prima amministrata da Gianluca Grande, è poi stata messa in liquidazione e Maurizio Tollio, compagno o marito della Finco, è stato nominato liquidatore.
De Francesco ha sempre dichiarato di aver conosciuto a Roma e in città alcuni di questi personaggi, che risultano (con particolare riferimento a Grande e alla Finco) implicati in una vastissima inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Vicenza su un giro di truffe immobiliari, bancarotte fraudolonte, associazioni per delinquere, false comunicazioni sociali ed evasioni fiscali.
«All’epoca – afferma De Francesco – dovevamo costituire un consorzio che si sarebbe dovuto occupare anche di logistica. Per questo aprimmo un conto e firmai in bianco delle carte, che poi rimasero a Tollio e che penso possano essere state utilizzate per aprire il conto ed effettuare il bonifico a Vicenza». Questa la versione di De Francesco, ormai nota.
Ciò che non era noto, è il fatto che Grande, in qualità di amministratore di un’altra società, la Orofusioni srl, azienda nel cui organico risultava presente lo stesso Tollio, nel 2005 avesse richiesto ed ottenuto dall’allora presidente dell’Autorità Portuale Gianni Moscherini una concessione demaniale in porto per realizzare, su un’area di circa 2000 metri quadrati nei pressi della Seport, a Punta San Paolo, un capannone dove svolgere l’attività di lavorazione di metalli come platino e titanio.
Una attività talmente importante che per qualche mese – ricordano i bene informati – si era valutata l’opportunità di trasferire in area industriale la Seport, una delle società di servizi di interesse generale dell’Authority, anche al fine di creare nuovi spazi per le nuove attività.
Successivamente, alla Orofusioni è subentrata la Teknofusioni, inizialmente costituita dalla Pannorica srl (la holding presente anche nella Xipe) e da una fiduciaria, a cui poi subentrarono come soci Grande (sempre nel ruolo anche di amministratore) e la Finco.
Da quanto risulta, ad oggi la concessione sarebbe ancora in essere nonostante che dopo 5 anni dall’assegnazione dell’area, i lavori non siano ancora neppure iniziati.
Cronaca
2 Novembre 2011
A Vicenza i preziosi, in porto una concessione