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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Abusava di un bimbo di 7 anni

    CIVITAVECCHIA – Ancora una volta quello che di più brutto può vivere un bambino, violato nella sua infanzia, si nascondeva dentro mura che per lui dovevano essere sicure. È quanto hanno scoperto i carabinieri, al termine di una lunga e minuziosa indagine, fatta di intercettazioni e di controlli, di verifiche e di interrogatori, anche piuttosto delicati: indagine che ha portato all’arresto, giovedì pomeriggio, del sessantaduenne M.G., fioraio civitavecchiese che svolge da anni la sua attività presso i due cimiteri comunali. I militari della stazione di via Antonio da Sangallo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal tribunale cittadino, su richiesta del sostituto procuratore Margherita Pinto, titolare dell’inchiesta. Lo hanno prelevato a casa e lo hanno portato prima in caserma, per le formalità di rito e per un interrogatorio, e poi lo hanno trasferito al supercarcere di Borgata Aurelia, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Lunedì, a quanto pare, potrebbe tenersi per lui l’interrogatorio di garanzia, nel corso del quale, affiancato dal proprio avvocato difensore, dovrà decidere se avvalersi della facoltà di non rispondere alle domande che gli verranno poste dal giudice per le indagini preliminari, oppure fornire la propria versione dei fatti, chiarendo la propria posizione in merito a quelle che sono le accuse mosse dalla Procura. Accuse peraltro pesanti, perché si tratta di pedofilia. Sulla vicenda vige ancora il massimo riserbo, soprattutto nell’intento di tutelare il minore coinvolto, un bambino di soli sette anni. Ma a quanto pare l’uomo, approfittando proprio del rapporto di assidua frequentazione con il ragazzino, lo avrebbe più volte violentato e turbato. Giochi ed episodi da cui, a quell’età, si dovrebbe stare lontani e invece lo hanno coinvolto, suo malgrado. Prima il silenzio, come accade spesso per paura in casi del genere, poi qualche segnale di allarme, recepito per fortuna dalla madre del bambino che un giorno, andandolo a prendere in quella casa e vedendolo tardare nello scendere dal piano superiore, avrebbe notato nel volto del figlio qualcosa di strano; tanto che della vicenda parlò anche con alcuni conoscenti. Da lì sarebbero scattate le indagini dei carabinieri, coordinate dalla Procura, seguite infine dalla confessione del bambino di quanto subito in quella casa, resa nel corso di una seduta dalla psicologa organizzata proprio dagli inquirenti per tentare di ricostruire quanto accaduto in questi mesi. Le indagini vanno avanti anche per capire se si sia trattato di un episodio isolato e se possano essere coinvolti anche altri bambini.