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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Acqua: scontro tra maggioranza e opposizione

    TARQUINIA – Scontro tra maggioranza e opposizione in seno all’Università Agraria di Tarquinia sul tema dell’acqua pubblica oggetto del referendum che si svolgerà il 12 e 13 giugno. Il centrodestra in sede di consiglio ha espresso voto contrario alla mozione presentata dal consigliere di maggioranza Luigi Caria che non ha atteso troppo a commentare negativamente la bocciatura del centrodestra. «Berlusconi chiama e il centrodestra risponde – attacca Caria – con questa votazione il centrodestra evita di assumere una posizione ferma a difesa dell’acqua pubblica. Il centrodestra tarquiniese, con in testa il capogruppo Anna Rita De Alessandris, vuole consegnare la gestione dell’acqua ai privati. Mi batterò affinché ciò non accada. Per fare questo è indispensabile approvare il nuovo piano d’ambito, che con la nuova tariffazione consente investimenti adeguati per rendere efficace la gestione pubblica dell’acqua nel territorio. Il centro destra tarquiniese, sta cercando di indebolire fortemente la gestione pubblica di servizi come l’acqua e la sanità per favorire l’ingresso dei privati nel sistema». Immediata la replica del capogruppo dell’opposizione Anna Rita De Alessandris. «Siamo di nuovo alle polemiche strumentali – dice la De Alessandris – ancora una volta la verità viene distorta a proprio uso e consumo, rigettiamo con forza tutte le illazioni mosse contro di noi. L’Università Agraria non ha alcuna competenza in materia di gestione del servizio idrico , la mozione presentata dal consigliere Caria assume valore di esclusivo indirizzo politico per il prossimo referendum ed il nostro voto ha voluto esprimere una contrarietà a questo atteggiamento e all’istituirsi di una consuetudine che legittimi l’U.A. a deliberare in materie che non sono di sua competenza. L’Agraria non può trattare ogni volta di argomenti che esulino dalle sue competenze. Presentando la dichiarazione di voto il Pdl ha premesso che l’acqua in quanto fonte di vita è un bene che appartiene a tutti e che l’accesso alla stessa deve essere considerato un diritto umano e sociale inalienabile, che l’agricoltura, l’industria e la vita domestica sono strettamente legate all’uso della stessa e che il decreto Ronchi parla di piena ed esclusiva proprietà pubblica delle risorse idriche dettando però una serie di norme sui servizi pubblici locali (acqua,rifiuti,trasporti) che si sono rese necessarie per interrompere il susseguirsi di procedure di infrazioni del Consiglio d’Europa ai danni dell’Italia».