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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Affittopoli, Il Giornale tira in ballo la famiglia Tidei

    CIVITAVECCHIA – La famiglia Tidei è stata tirata in ballo da “Il Giornale” nell’ambito dell’inchiesta sull’affittopoli a Roma. In prima pagina il titolo ‘‘La figlia del deputato Pd tra i furbetti del mattone’’, e all’interno, a pagina 11, un lungo articolo nel quale viene posta l’attenzione sull’appartamento di via del Babuino 107, all’angolo con piazza di Spagna a Roma: interno 9, 131,71 metri quadri. Un appartamento dell’Istituto di pubblica assistenza e beneficenza Isma (Istituto Santa Maria in Aquiro). Il Giornale riferisce che l’immobile appartiene alla figlia minore del parlamentare del Pd Pietro Tidei, Sara, e che la ragazza pagherebbe un canone mensile di 2064,68 euro. «Secondo il borsino immobiliare della Capitale – si legge nell’articolo – un appartamento in quella felice posizione dovrebbe essere affittato tra i 30 e i 39 euro a metro quadro, per un canone mensile tra i 3930 e i 5109 euro. Almeno il doppio di quanto pagano la signorina Tidei e i suoi coinquilini». Niente di più falso, secondo la famiglia Tidei. A chiarire la questione è stata la moglie del deputato, Maria Concetta Onori, che si definisce titolare di quel contratto di affitto. «Capisco che interessava tirare in ballo il cognome Tidei, in quanto figlia del parlamentare. Sarà mia figlia a decidere come tutelarsi nelle sedi competenti. Per quanto mi riguarda – ha spiegato – tengo a precisare che il canone di locazione mensile al quale si fa riferimento ammonta a 2897,62 euro e non a 2064,68 euro, come stabilito dal Borsino Immobiliare vigente alla data della stipula del contratto di locazione». La signora Onori spiega anche che «l’appartamento in questione, per difetto di manutenzione straordinaria, ha subito dal dicembre 2002 ad oggi ben tre allagamenti, come risulta dagli atti presso l’Istituto proprietario, con danni ingenti per i quali la sottoscritta ha citato, presso il Tribunale di Roma, l’ente proprietario. E proprio al fine di definire bonariamente una controversia – ha aggiunto – che avrebbe visto sicuramente l’ente proprietario soccombente e come tale costretto a rifondere alla sottoscritta le notevoli spese sostenute, si è giunti alla riduzione del canone per i primi tre anni, pari a 2064,68 euro mensili, rimanendo inalterato il canone di 2897,62 euro a partire dal quarto anno e fino al termine del contratto di locazione. Ritengo quindi non solo di non aver ricevuto alcun beneficio dall’Isma, ma di essere stata, nel corso degli anni, notevolmente danneggiata dallo stesso Istituto». È stato poi lo stesso parlamentare del Pd Pietro Tidei a dirsi «contento che sia uscita fuori questa vicenda. Così – ha spiegato – quel cialtrone del Sindaco smetterà di dire che mi sono comprato un appartamento a piazza di Spagna: come si evince chiaramente siamo semplici affittuari, e non certo privilegiati. Inoltre, come ha già spiegato mia moglie, il canone è perfettamente in linea con le quotazioni del borsino immobiliare».