LADISPOLI- “Questa terra è la mia terra, e in questa terra la mafia non avrà cittadinanza. L’arma più potente contro la criminalità organizzata è l’essere umano” che non si sottomette e che può usare come strumento di contrasto anche “l’insieme dei saperi”. Uno scatto d’orgoglio civile contro una entità che, dismessi i panni dell’antico clichè coppola e lupara, oggi si insinua nella società mimetizzandosi con la forza di poteri economici e agganci politici. Giovedì pomeriggio alla Biblioteca Comunale, intitolata per volontà dell’Amministrazione di Ladispoli a Peppino Impastato, voce libera soffocata col piombo, si è parlato molto del rapporto tra le nuove mafie e il territorio nell’ambito del progetto “L’ombra delle mafie sul Lazio”. Progetto voluto a suo tempo dalla Regione con il coinvolgimento delle biblioteche pubbliche che possono svolgere un ruolo di perno nella formazione di una rete di autodifesa composta dalle realtà sociali e culturali e non ultimo le scuole. Su questa linea gli studenti dell’obbligo di Ladispoli stanno preparando una pièce teatrale,”Mafia infanzia negata”, che, ha annunciato l’Assessore alla Cultura Daniela Ciarlantini, sarà in cartellone estivo alla Grottaccia nel Ladislao Polifestival. Nel corso del convegno è stata sottolineata l’importanza della coscienza antimafia, singola e collettiva, a supporto della repressione condotta dalle forze dell’ordine, rappresentate in sala, giovedì, dalla Guardia di Finanza. “Si è aperto un ciclo – ha dichiarato la responsabile della Biblioteca Marina Panunzi – che vedrà questa struttura aperta ad iniziative multimediali con materiale bibliografico storico-politico-sociologico”. L’ombra delle mafie sul Lazio è un triste dato di fatto che colloca la nostra regione al sesto posto, dopo Sicilia -Calabria-Campania-Puglia-Lombardia, nella classifica dei beni confiscati. La buona notizia è che la Regione Lazio è stata la prima in Italia ad istituire un’Agenzia per la confisca dei beni mafiosi mettendo a segno, ad oggi, un valore di oltre 600 milioni di euro. Nel mirino anche Ladispoli, precisamente Marina di S; Nicola dove a cavallo del 2003-2004 sono stati confiscati beni immobili passati in dotazione al Ministero della Difesa. Antonio Turri, referente di “Libera nomi e numeri contro la mafia” di Don Ciotti, e il giornalista Enrico Fontana, nei loro interventi – tra gli altri – hanno spiegato nel dettaglio come questa presenza inquietante abbia messo radici soprattutto nel basso Lazio con un ventaglio di interessi eterogenei, accanto alla droga, che vanno dal settore ortofrutticolo, al cemento selvaggio alla raccolta dei rifiuti. la cosiddetta ecomafia. “Hanno oltrepassato il Garigliano”, un tempo confine naturale, armati della lupara bianca del business insidiando le attività produttive. Ma non basta, in questo “mandamento” è nato un fenomeno nuovo, allarmante, e cioè la nascita di “ndrine” indigene, formate appunto da gente del posto. Tramontato il tempo in cui il boss circolava a piede libero nel suo feudo, temuto e con l’obbligo del rispetto, la nuova mafia dei colletti bianchi si è scavata la sua nicchia nella società civile spostando la residenza dei capi e parentele anche nella ridente riviera del Lazio. E comprano in tutti i sensi pezzi di territorio, mentre le varie “Gomorre” del meridione vengono lasciate in affido ai “cavalli”, e cioè la manovalanza. Roma, a quanto pare, è “l’oscuro oggetto del desiderio” dei cervelli esperti nel fiutare “la ciccia”, gli affari dove poter mettere le mani, e il caso dello storico Cafè de Paris, di Via Veneto celebrato dalla Dolce Vita felliniana, è emblematico. Crisi, depressione economica, mancanza di liquidità e tutto ciò che può mettere in affanno un’attività commerciale o un’azienda, sono gli alleati ideali della multinazionale dell’illegalità coi bilanci in attivo e pronta ad intervenire. Giovedì alla Biblioteca Peppino Impastato il Sindaco Crescenzo Paliotta ha marcato assenza giustificata: era alla Provincia di Roma per concordare finanziamenti alla luce dei tagli pesanti sugli Enti locali voluti dalla finanziaria targata Tremonti. Carla Zironi
Cronaca
2 Novembre 2011
Alla biblioteca di Ladispoli si è parlato di mafia