CERVETERI – Restano ancora col fiato sospeso le trenta famiglie caeretane di via Rio dei Combattenti a Cerveteri che da sei anni vivono nell’incubo di una possibile perdita della loro casa in seguito al dichiarato fallimento della ditta costruttrice L. D.M srl. Le famiglie etrusche tra dicembre 1998 e il 2002 hanno stipulato un compromesso con il costruttore che li ha però gettati nel baratro dei debiti. Dopo anni di attese, per loro non è stato possibile raggiungere un rogito notarile, al contrario si sono ritrovate la mannaia del fallimento della società. Gli istituti bancari hanno iscritto un’ipoteca giudiziale su quelli che i residenti consideravano i loro immobili in vista di tutti gli anticipi dati alla ditta che ha costruito l’intero complesso. Così quasi 150 persone, tra cui numerosi bambini, anziani e donne in stato di gravidanza, rischiano di rimanere senza un tetto per debiti non contratti da loro. Per questo hanno avviato una causa per chiedere il riconoscimento del compromesso necessario a far valere la proprietà della casa. Ma la vicenda giudiziaria va per le lunghe e le famiglie caeretane sono preoccupate. Già i primi di luglio i residenti si erano dati appuntamento davanti al tribunale di Civitavecchia per protestare e far sentire le loro ragioni. Stamattina il corteo ha replicato, attendendo con trepidazione e striscioni l’esito dell’udienza, terminata con un ennesimo rinvio al 2011, dal 13 aprile all’11 maggio. Le parti, accompagnate dai legali dello studio Bottai, sono entrate in aula, mentre alle porte del tribunale, donne e bambini anche stavolta hanno esposto lenzuola bianche con scritte di speranza e disperazione. La causa è stata aggiornata per via della sostituzione del giudice titolare, nominato stamattina, che adesso dovrà studiare la pratica a fondo. Intanto si è svolta lo scorso 11 ottobre la prima asta presso il tribunale fallimentare di Roma. Asta che, come era prevedibile, è andata deserta. “Non ci arrendiamo all’idea che l’unica soluzione sia comprare nuovamente le nostre case all’asta – continuano a ripetere le famiglie -, siamo nuclei monoreddito, queste sono le nostre uniche case, non abbiamo la disponibilità economica di comprarle per la seconda volta”. “Continuiamo a vivere con l’ansia di perdere tutto, il rinvio è un piccolo passo in avanti, non ci arrenderemo così – continuano i residenti- siamo gente onesta che ha fatto sacrifici, spaventati soprattutto per il futuro dei nostri bambini”.
Ale.Ro.
Cronaca
2 Novembre 2011
Ancora col fiato sospeso le 30 famiglie caeretane