di LUCA GUERINI
CIVITAVECCHIA – Un’apparenza di casa, all’interno della quale si muovono le vicende di Baldovino ha fatto da scenografia al bellissimo ‘‘Il piacere dell’onestà’’andato in scena venerdì, ieri e in replica questa sera alle 21 al Traiano. Proprio la scenografia rappresentava la condizione elitaria in cui i personaggi intendevano vivere, senza cioè mischiarsi con il resto del popolo. Lontani dai ricordi scolastici su Pirandello, lo spettacolo è stato tra i migliori della stagione, merito di una regia estremamente dinamica ed un’interpretazione, con il bravissimo Leo Gullotta in primis, facile da seguire, al punto di strappare qualche risata al pubblico civitavecchiese. Per Gullotta “Pirandello è un contemporaneo: tutto ciò che ha scritto sull’uomo, sull’individuo, sulla famiglia, sulla società come verminaio, lo ha fato, sapendo leggere e guardando avanti, tant’è che il testo sembra adattarsi molto all’attualità.
Nel momento in cui si chiude la porta di casa, non c’è più la patina di pulizia ed eleganza offerta all’esterno ma si scatenano gli inferni. La platea è chiamata ad un momento di riflessione. Pirandello è inafferrabile, provocatorio, il testo è assolutamente perfetto per questo momento storico. E’ senz’altro un autore , le cui pagine hanno aiutato l’individuo a cercare quel qualcosa in più”. Otto interpreti in scena: Martino Duane, Paolo Orimer, Mirella Mazzeranghi, Marta Richeldi, Antonio Fermi, Federico Mancini, Vincenzo Versari
Nel finale applausi per tutto il cast interminabili con il protagonista che è sceso visibilmente commosso tra il pubblico a complimentarsi con i colleghi. Crea dispiacere purtroppo notare che qualcuno dalle prime file si sia chiesto il motivo di tale standing ovation, segno purtroppo di una mancanza di conoscenza della difficoltà del testo e della leggera resa dell’allestimento.