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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Ascoltato anche il padre di Said

    CIVITAVECCHIA – «Ognuno è libero di credere ciò che vuole». Sono queste le parole che il padre di Said Bouidra, il 22enne marocchino che si è suicidato nella notte tra martedì e mercoledì all’antemurale, avrebbe detto ieri mattina agli agenti della Polizia di Frontiera che stanno conducendo le indagini sul caso, coordinate dal sostituto procuratore Margherita Pinto.
    Gli uomini del primo dirigente Paolo Malorni e del sostituto commissario Archimede Pucci hanno parlato con l’uomo, residente a Roma dove lavora per una ditta di pulizie, cercando di chiarire alcuni aspetti sul rapporto che aveva con Said. I due non si frequentavano spesso, ma si sentivano telefonicamente. Secondo quanto riferito dall’uomo, il 22enne marocchino non gli aveva mai fatto capire di essere deluso, insoddisfatto o triste, anzi tutt’altro. «Diceva – ha spiegato – di trovarsi bene, di essere sereno». Sulla decisione di convertirsi al cristianesimo il padre di Said ha fatto capire agli inquirenti di non essere intromesso, lasciandolo libero di scegliere.
    Intanto proseguono le indagini, con l’ascolto di amici e dei medici del San Paolo che la notte della tragedia lo hanno visitato. Uno di questi, lo psichiatra del reparto di Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura, è stato iscritto nel registro degli indagati; a quanto pare la Procura ipotizzerebbe imperizia, negligenza e imprudenza nell’esercizio della funzione medica. Questo per averlo dimesso nonostante, soltanto un’ora prima, avesse già tentato il suicidio, sempre alla Marina, salvato dai carabinieri.
    E’ slittata alla tarda mattinata di domani l’autopsia sul corpo del giovane Said: un esame che aiuterà gli inquirenti a delineare il quadro esatto della situazione e fissare anche l’ora esatta della morte del 22enne.