CIVITAVECCHIA – Precisazioni dall’Associazione Coccolandia circa la vicenda dell’asilo oggetto di critiche e attenzioni da parte della Procura della Repubblica. Di seguito riportiamo la nota integrale diffusa dai vertici dell’associazione.
“L’Associazione Coccolandia ,come già chiesto ed ottenuto da altre realtà cittadine quali: Mondo Baby; Le Tate; Il Mondo di Linus; Futuro Donna; Paese dei Balocchi; L’isola che non c’è; e Giochi e Coccole, ha chiesto all’Amministrazione Comunale, in base alla Legge Regionale n. 59/80 art. 27 e 28, l’autorizzazione al funzionamento come micro nido In base a quanto previsto dall’art. 28 della citata legge, ha prodotto tutta la documentazione necessaria al funzionamento della struttura per i quali, dopo verifica ASL, è stato rilasciato nulla¬osta sanitario come micro-nido per n. 30 bambini. L’Amministrazione Comunale, prendendo atto della documentazione prodotta, rilasciava apposita autorizzazione. Per quanto concerne la richiesta e l’ottenimento dei locali di Via Veneto, questi sono stati rilasciati alla nostra Associazione e non ad altre richiedenti, in quanto la tipologia strutturale non era adeguata a quanto richiesto dalla normativa vigente per il Servizio di Assistenza Familiare, che è regolamentato dalla legge 43/95, che le obbliga a svolgere la loro attività lavorativa in domicili ad uso abitativo (case), come le Tate Familiari. Per quanto concerne la richiesta di convenzione, questa è stata concessa, come è avvenuto per le altre realtà quali: Futuro Donna; il Mondo di Linus; Mondo Baby; e Tate Familiari, con la discriminazione che per le Tate Familiari, Futuro Donna e il Mondo di Linus, la convenzione è stata concessa per cinque anni e non per 1 anno come per noi e Mondo Baby.
L’esigenza di concedere la convenzione a Coccolandia scaturiva da una lista d’attesa di n. 73 utenti, non figli di dipendenti Comunali o ASL, come qualcuno vuole far intendere in maniera strumentale.
Pertanto la nostra convenzione nulla ha tolto al Nido Interaziendale che è rivolto esclusivamente ai figli dei dipendenti Comunali e ASL, per il quale sia il Comune che l’ASL hanno dovuto stanziare nei propri bilanci, fondi in quanto la Regione Lazio non ha erogato, né erogherà mai contributi per questa tipologia di servizio, che è stata finanziata solamente per la ristrutturazione dei locali di Via San Francesco di Paola. Inoltre si precisa che i fondi per i Nidi Interaziendali sono regolamentati da altra normativa (Legge Regionale n. 3 del 2002), che non prevede alcun tipo di contributo per la gestione del servizio.
Pertanto la nostra Associazione stanca di essere “tirata in ballo”, per lo più dalla stampa su questioni di cui è totalmente estranea, si è sentita in dovere di spiegare la situazione con la normativa vigente in materia, lasciando le “illazioni” a persone che non conoscono la legge e che arbitrariamente hanno insinuato “cose disdicevoli e false”per la dignità della nostra Associazione.
Visto gli innumerevoli articoli apparsi dall’inizio di questa vicenda dai mass-media locali (giornali, tv, on- line, trasmissioni autogestite) dove venivano più volte date notizie assolutamente false e prive di ogni fondamento, l’Associazione ha dato mandato al proprio Legale di agire per vie legali nei confronti di coloro che ripetutamente hanno infangato il nome di Coccolandia.”
Il presidente
Enzo Antonelli