TARQUINIA – Un foglio lungo 15 metri per vedere finalmente l’autostrada tirrenica che nei prossimi mesi sarà avviata con l’apertura dei primi cantieri anche nel tratto laziale, secondo quanto assicurato più volte dal ministro Matteoli. Su questo oggi pomeriggio hanno dibattuto cittadini e associazioni riunitisi presso la sala riunioni della Cooperativa Pantano. Un incontro «per difendere la Maremma», indetto dalle sezioni regionali del Lazio e della Toscana di Italia Nostra con l’adesione delle associazioni ‘‘Amici della Maremma’’, ‘‘Antimafia Antonino Caponnetto’’; ‘‘Comitato dei Cittadini Liberi’’ e ‘‘Movimento No Coke Alto Lazio’’. Tutti hanno deciso di intraprendere una battaglia comune «per far conoscere alla popolazione quello che i politici hanno taciuto». Al centro della protesta di ieri proprio la questione dell’autostrada tirrenica, ritenuta «particolarmente minacciosa per Tarquinia e Capalbio, laddove con una manciata di euro potrebbe essere messa in sicurezza l’Aurelia». Italia Nostra si è detta decisa ad opporsi in blocco ad una serie di «mega progetti fonte di sperperi e corruzione, nonché di distruzione della vera economia agro-turistica del territorio». «Si parla insistentemente di interessi mafiosi negli appalti nell’autostrada e per il porto di Civitavecchia – hanno detto le associazioni – C’è solo da tremare all’ipotesi che questo genere di “operatori” possa mettere le mani sulle centrali nucleari». «Nell’Alto Lazio – dicono le associazioni – le emergenze ambientali parlano del saccheggio della salute degli abitanti e delle ricchezze agro-turistiche del territorio, in un clima di corruttela e tangenti, destinate a saziare appetiti individuali e dei partiti e sullo sfondo lo spettro della criminalità organizzata già presente». Intransigente la posizione di ‘‘Italia Nostra’’, preoccupata per l’avvenire della Maremma. L’associazione ambientalista ha sottolineato «i pericoli che incombono su questa terra minacciata da 3 devastanti progetti: l’autostrada tirrenica; il nucleare possibile a Montalto e la centrale a carbone di Civitavecchia. «Non sono questi gli unici pericoli per uno dei paesaggi più illustri d’Italia. A Talamone si prevede di costruire un grande porto turistico industriale. A Tarquinia viene preannunciata la costruzione di un enorme cementificio, che già dal progetto dimostra un livello insopportabile di depravazione, e lì vicino, a confine con Allumiere, menti perverse vorrebbero spostare la discarica di Malagrotta».
Cronaca
2 Novembre 2011
Autostrada: svelato il tracciato