di LUCA GUERINI
CIVITAVECCHIA -Applausi. Canzone. Applausi. Canzone… Questa è stata la cadenza mercoledì sera al Teatro Traiano per “Sorelle d’Italia”, uno spettacolo che celebrava a suo modo i centocinquant’anni dell’Unità d’Italia e vedeva protagoniste due bravissime interpreti del calibro di Isa Danieli e Veronica Pivetti. Lo spettacolo diretto in maniera impercettibile da Cristina Pezzoli ha dato risalto alla verve delle due attrici che hanno dato il massimo esibendosi nei loro cavalli di battaglia. Quando però ci si distacca dalla propria storia le due donne danno il massimo come in una suggestiva interpretazione di “Luci a San Siro” di Vecchioni, eseguita da Veronica Pivetti (brava anche in una rivisitazione milanese di “Napul’è”) e in un bellissimo accostamento di “Porta Romana bella” e “Santa Lucia luntana” che infatti è stato ripetuto nel bis finale. Pochi sketch comici hanno accompagnato le canzoni eseguite dal vivo accompagnate da una bravissima orchestra di quattro elementi i quali hanno interagito in divertenti siparietti d’avanspettacolo. Proprio questa cornice di varietà è stata sottolineata dall’imponente quanto semplice scenografia di teli dorati e argentati aperti e chiusi per creare i differenti momenti. Lo spunto di base è quello di due attrici costrette di volta in volta a recitare la parte di Garibaldi o Vittorio Emanuele in improponibili testi con tanto di baffi, barba ed elmetti. Ma da questo ne parte un’analisi anche amara su come si troverà il Bel paese tra cento anni. Dopo la scissione leghista, secondo gli autori, il Nord verrà invaso dagli arabi che grazie alle loro ricchezze petrolifere allungheranno le mani su quella che può definirsi Padanarabia, il Meridione, invece, verrà colonizzato dai “Germoni”. I due personaggi comunque, prima contente di questa scissione che pone un limite alla questione italiana, vedranno che in realtà la divisione porta a nuovi problemi per entrambe le parti dello stivale. Come detto in conferenza stampa dalla stessa “Le diversità tra nord e sud sono un arricchimento e non un problema”, questo è quanto anche emerge da questo spettacolo che fa riflettere ed è un modo diverso per concepire l’anniversario della Repubblica senza proclami, discorsi e cerimonie retoriche.