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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Banca Etruria, 32 anni dopo la storia si ripete

    CIVITAVECCHIA – Un colpo senza precedenti quello messo a segno lunedì scorso da tre banditi armati alla Banca Etruria di corso Centocelle, organizzato da professionisti del crimine. Che, solo nella scelta dell’istituto di credito (un tempo Banca Popolare dell’Alto Lazio), ai Civitavecchiesi che hanno memoria, ricorda la rapina dell’8 maggio 1979, quando quattro banditi – di sicuro non professionisti – siglarono un record impensabile per una città ancora troppo provinciale: 160 milioni di lire trafugati dal caveau. All’epoca le indagini condotte dalla Polizia e dai Carabinieri si concentrarono su un basista locale, l’industriale del cemento Romolo Bianchi che solo un mese prima fu costretto a licenziare tutti i suoi dipendenti per via di un affare andato male in Puglia, che lo vide finire sul lastrico. Quel martedì di paura vide entrare in azione quattro rapinatori a volto coperto, armati di pistole e di un fucile a canne mozze, Bruno Verre di Acilia, e i romani Fabrizio Selis, Angelo D’Orazio e Franco Valletta, quest’ultimo, secondo quanto riportato all’epoca dai quotidiani, in contatto con Bianchi e che creò un collegamento tra l’industriale e la malavita romana. Romana come quella che ha svaligiato la Banca Etruria, con la differenza che nel ‘79 ad agire furono quattro giovani inesperti, come dimostrò la ricostruzione del colpo fatta dagli impiegati Alfredo Graiani e Giuseppe Leogata, costretti sotto continue minacce «State fermi che vi ammazzo» a consegnare i soldi tenuti nel caveau. Una vecchietta scappando denunciò l’accaduto ad un poliziotto di guardia alla vicina Pretura di vicolo Ranucci e nacque un conflitto a fuoco con i banditi in fuga verso il Pincio. Fu subito individuato il quartier generale dei rapinatori: un villino di via Apollodoro 36 di proprietà di Bianchi, dove Valletta dimenticò la sua carta d’identità. E come non pensare al colpo improvvisato il 21 aprile di cinque anni fa alla Carivit di via Togliatti. In quell’occasione ad agire furono degli uomini inesperti, che a differenza di quanto accaduto lunedì scorso, alla prima difficoltà tentarono di fare fuoco.