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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Beve acqua e s’intossica: intervento dei Nas

    MONTALTO DI CASTRO – Brutta avventura per una signora di Tarquinia in villeggiatura a Montalto di Castro. Venerdì pomeriggio la donna ha acquistato, presso un esercizio commerciale della cittadina castrense, una confezione di bottigliette d’acqua in plastica da mezzo litro. Dopo aver bevuto un paio di sorsate da una bottiglia, ha però avvertito una serie di malesseri, come crampi allo stomaco e uno strano sapore in bocca. In serata si è dunque recata presso il pronto soccorso dell’ospedale di Tarquinia dove i medici hanno ipotizzato una probabile intossicazione alimentare, praticandogli una lavanda gastrica. La sfortunata donna è stata dunque trattenuta in ospedale per tutta la notte, in osservazione. Del fatto sono stati immediatamente informati i carabinieri del Nas che, peraltro, erano in zona per effettuare alcuni controlli sui locali del litorale. Ieri mattina la signora è stata dimessa in buono stato di salute, ma saranno soltanto le future analisi del fegato a chiarire che tipo di patologia possa averla colpita. I carabinieri del Nas hanno immediatamente sequestrato la rimanenza dell’acqua contenuta nella bottiglia in questione e un’altra bottiglietta della stessa confezione che era conservata in casa. Al momento del fatto, venerdì sera, il negozio di Montalto era già chiuso, pertanto i Nas, coadiuvati anche dai carabinieri della stazione di Montalto di Castro, nella giornata di ieri si sono recati presso l’esercizio commerciale per effettuare i controlli all’intera partita d’acqua, disponendone anche il sequestro preventivo in attesa dei risultati delle analisi. Ad insospettire la malcapitata donna, oltre ai dolori addominali, anche l’aspetto dell’acqua che in controluce avrebbe presentato dei filamenti sospetti, come se fosse stato versato all’interno dell’involucro anche un altro liquido. Secondo quanto si è potuto apprendere, la bottiglia, in base al racconto della donna, sarebbe stata acquistata perfettamente sigillata e integra. Lo stesso varrebbe per la seconda confezione sequestrata dai Nas. Anche il marito della donna avrebbe confermato il sapore acre del liquido che avrebbe però immediatamente sputato. Entrambe le bottiglie sono state inviate all’Arpa per le dovute analisi, al fine di verificare se all’interno del liquido fossero rilevabili sostanze nocive. Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti, quella più accreditata escluderebbe l’azione di un qualsiasi ‘‘acquabomber’’, vale a dire la manomissione nociva dell’acqua. Piuttosto probabile, invece, che l’intero bancale scaricato in negozio dalla ditta trasportatrice sia stato custodito per alcune ore in un luogo esposto al sole e alla luce, provocando, forse, l’alterazione delle caratteristiche organolettiche dell’acqua. Al momento non risultano, infatti, denunciati. (Ale.Ro.)