La campagna elettorale è finita e il centro destra non se ne è accorto. L’esito del voto parla di uno schiacciante sessanta a quaranta, e della vittoria della coalizione di centro sinistra. Una vittoria di dimensioni ampie e senza precedenti.
Comprendo l’esigenza di apparire costantemente sui giornali, di taluni candidati e il bisogno di altri di mascherare cocenti bocciature elettorali ergendosi a leader carismatici, ma l’Università Agraria non è una vetrina, è un Ente da amministrare con serietà ed impegno.
Poco senso hanno in queste ore le recriminazioni e le polemiche proposte in ordine sparso da chi deve rassegnarsi ad essere minoranza di questo paese. Quanto ai toni trionfalistici di chi è arrivato a dire che il centro destra non ha perso, credo che non lo pensi neanche chi lo dice.
Il modello di Università Agraria che ha scelto la Città è quello che abbiamo proposto con forza e precisione, ed è quello che attueremo: l’Università Agraria di tutti, nessuno escluso, senza distinzioni di caste e categorie, attento all’ambiente, alla tradizione e in linea con il programma che abbiamo elaborato.
Quanto alla vicenda delle false candidature e delle false autentiche è doveroso tutelare l’immagine e il prestigio dell’Ente contro chi lo ha infangato, come doverose sarebbero state le dimissioni di chi è stato coinvolto in una simile vicenda e doverose le scuse di chi nel centro destra pur di presentare le liste era giunto a simili stratagemmi.
Spero di avere in questi cinque anni un’opposizione attenta e presente, pronta ad assumersi le sue responsabilità, capace di distinguere l’ideologia dai concreti bisogni dell’Ente, che abbandoni i toni della campagna elettorale per parlare di contenuti e di problemi veri, questa sarebbe una bella novità.
Le premesse non sono buone, dopo una campagna elettorale avvelenata dalle loro pene, il centro destra continua a scoprire la sua vera indole. Dalle dichiarazioni rese solo dopo il voto, ecco che si riparla di Comune bis, di imprenditoria, di tagli, contraddicendo quanto proposto in campagna elettorale.
Il 21 giugno al primo consiglio sapremo forse che Agraria avrebbe voluto il centro destra, ma ormai è tardi perché sarà già tempo di costruire il progetto che i cittadini ci hanno delegato a continuare.
Il presidente dell’Università Agraria di Tarquinia
Alessandro Antonelli