TARQUINIA – Dieci giorni fa avrebbe dovuto iniziare un nuovo lavoro a Venezia, dove però non è mai arrivato. S’infittisce il giallo intorno alla morte di Gabriel Farkas, il rumeno metalmeccanico 32enne, trovato cadavere giovedì mattina tra le sterpaglie di Sant’Agostino, ai piedi di una vallata a ridosso del campo militare. Ieri mattina i carabinieri della stazione di Tarquinia e del comando provinciale di Viterbo, Reparto operativo ed investigativo, hanno perlustrato, senza alcun esito, la zona del ritrovamento del cadavere. L’elicottero dei carabinieri, giunto da Pratica di Mare, ha sorvolato per circa un’ora tutta l’area a caccia di elementi utili alle indagini. Gli inquirenti si sono concentrati soprattutto nella ricerca di una macchina, un’Alfa Romeo station wagon appartenente all’uomo, che però sembra essersi volatilizzata nel nulla. Le unità cinofile dei carabinieri hanno passato al setaccio ogni centimetro della vallata, senza tuttavia alcun particolare riscontro. Le ipotesi sulle cause della morte restano, dunque, ancora tutte aperte: potrebbe essersi trattato di omicidio, ma anche di un malore. Gli inquirenti non escludono neanche la possibilità del suicidio. Il corpo non avrebbe manifestato segni di violenza, anche se questi potrebbero essere stati cancellati dall’avanzato stato di decomposizione. Dubbi restano su possibili lesioni al collo. Certo è che sono numerosi gli elementi che non tornano alle analisi degli inquirenti, nella ricostruzione della storia dell’uomo. Prima di tutto si tratta di capire cosa ci faceva il rumeno, in maglietta e pantaloncini in quella zona nascosta ed impervia. Da capire cioè, come Gabriel Farkas sia arrivato lì: se da vivo e poi rimasto vittima di un malore o assassinato. Oppure da morto: trascinato forse da qualcuno. E soprattutto, da chiarire se c’era qualcuno con lui o se addirittura fuggiva da qualcuno. E perché nessuno ha denunciato la scomparsa, nell’arco di tempo che va da 15 a 30 giorni fa: periodo in cui risalirebbe la morte. L’area, peraltro, è meta preferita di molte straniere dedite alla prostituzione: s’indaga pertanto anche in quell’ambiente. Ma il campo si trova anche a ridosso della centrale di Tvn di Civitavecchia, dove però il giovane non lavorava più da quasi sei mesi. Ieri il corpo del rumeno, trovato in avanzato stato di decomposizione, è stato trasferito dall’ospedale San Paolo di Civitavecchia all’istituto di Tor Vergata di Roma, dove nella tarda mattinata è stata effettuata l’autopsia. In base a quanto riferito dagli inquirenti, che mantengono il massimo riserbo sul caso, bisognerà attendere l’inizio della prossima settimana per avere un quadro più preciso sulle cause del decesso. Intanto si sa che Gabriel Farkas, pur risultando residente a Santa Marinella in via dei Tulipani, lì non ci abitava più da ben 3 anni. Il portiere della zona residenziale racconta di una donna che diceva di essere la sorella: una giovane passata regolarmente di lì a ritirare la posta, mentre lui non si sarebbe più visto. Per tutta la giornata di ieri i carabinieri della stazione di Tarquinia, Tuscania e del Reparto operativo ed investigativo del Comando Provinciale di Viterbo hanno proseguito le indagini, coordinate dalla procura di Civitavecchia, sostituto procuratore Margherita Pinto. Interrogati amici, colleghi di lavoro e parenti. Gabriel ha un fratello a Civitavecchia. Tra le persone contattate anche il titolare di una ditta di Allumiere, presso il quale il rumeno avrebbe lavorato in passato.
Ale.Ro.