CIVITAVECCHIA – “E’ un primo maggio speciale, eccezionale e straordinario quello che ci accingiamo a celebrare. E’ la festa dei Lavoratori nella ricorrenza dei 150 anni dell’unità d’Italia.
In un secolo e mezzo le lotte del lavoro, per i salari, per i diritti, si sono intrecciate e sono state un tutt’uno con i processi di evoluzione e di cambiamento dell’Italia. Il movimento dei lavoratori, già dalla fine del 700 e – in maniera più strutturata ed organizzata – dai primi anni dell’800, ha contributo, attraverso scioperi e innumerevoli battaglie, all’emancipazione non solo della classe ma dell’intera società; è stato determinante nella sconfitta del fascismo e nella cacciata dei nazisti; ha rappresentato un baluardo formidabile contro la strategia della tensione ed il terrorismo tra la fine degli anni 60 e negli anni 70. Per tutte queste ragioni, e tante altre ancora, quest’anno CGIL CISL UIL hanno deciso di celebrare il 1° maggio a Marsala in quanto luogo “simbolo” dell’unità d’Italia. Non mi pare, però, almeno nell’immediato possibile immaginare, a livello nazionale confederale, una ricomposizione delle lacerazioni e delle divisioni che – ormai da oltre due e mezzo – interessano il movimento sindacale italiano. Noi come CGIL abbiamo deciso di promuovere – per il prossimo 6 maggio – l’ennesimo sciopero generale nazionale, nell’ambito di una lunga stagione di mobilitazione che non muove da ragioni politiche o da pregiudiziali ideologiche ma solo dal merito sindacale. Giudichiamo l’azione del Governo inadeguata ed insufficiente nell’affrontare la grave crisi economica in atto e la riteniamo caratterizzata da un insopportabile segno di classe. E’ un’azione contro i lavoratori, i pensionati e i ceti sociali deboli. Sono purtroppo CISL e UIL che hanno anteposto al merito sindacale ragioni politiche basate su scelte “filogovernative” volte a puntellare il Governo Berlusconi. Basti pensare che sono gli unici sindacati in Europa a non aver scioperato e lottato per chiedere che la crisi internazionale in atto non venga pagata dal mondo del lavoro. Si sono assunte la grave responsabilità di dividere il movimento sindacale ed i lavoratori quando – proprio in ragione degli effetti di una crisi che determina licenziamenti, maggiore disoccupazione, peggioramento delle condizioni di vita delle fasce medie e basse della società – vi sarebbe stato bisogno di maggiore unità. D’altra parte, memori dell’insegnamento di Giuseppe Di Vittorio, noi dobbiamo distinguere l’operato dei vertici da quanto CISL e UIL (in quanto organizzazioni di massa) rappresentano. Ed è per questo che dobbiamo, sempre e a tutti i livelli, senza mediare su principi, contenuti e valori irrinunciabili e indisponibili, provare a ricucire i rapporti con le altre organizzazioni sindacali. Perché l’unità, pur non essendo un fine da raggiungere ad ogni costo, va considerata come un valore utile per conferire ai lavoratori maggiore potere contrattuale e rivendicativo. Per queste ragioni ritengo che finora, in questo difficile periodo nei rapporti tra Confederazioni, il territorio di Civitavecchia abbia rappresentato una felice anomalia e possa divenire un importante laboratorio. Con CISL e UIL territoriali, guardando insieme solo al merito delle cose, abbiamo condiviso e stiamo condividendo strategie e battaglie comuni. Ricordo le iniziative contro i tagli della Giunta Polverini alla sanità, la presa di posizione unitaria in difesa della scuola pubblica. L’essere parte, in questa fase, di un ampio movimento a salvaguardia dell’ambiente nel territorio, contro l’ipotesi legata alla discarica ad Allumiere. Abbiamo aderito, sempre unitariamente, al Comitato che ha raccolto le firme per abrogare la delibera 71, contro la privatizzazione selvaggia dei servizi pubblici locali che la Giunta comunale di Civitavecchia vorrebbe imporre. Insieme abbiamo svolto un ruolo nella fase di emergenza connessa alla permanenza di centinaia di migranti nella Caserma De Carolis, ribadendo l’importanza di rafforzare una cultura di accoglienza e di integrazione. Sosteniamo unitariamente, anche nelle celebrazioni del 1° maggio, l’esigenza di aprire un tavolo interistituzionale per affrontare i temi di una crisi che, nel nostro territorio sta picchiando in maniera particolarmente dura. Vorrei tanto che sull’insieme di questi ultimi aspetti (crisi, ripresa economica e occupazione; ambiente; difesa dei beni comuni; immigrazione e integrazione) si riesca a condividere rapidamente e unitariamente una mobilitazione generale dell’intero comprensorio di Civitavecchia. Per il momento voglio esprimere soddisfazione, dopo l’importante e partecipata manifestazione del 25 aprile al Parco della Resistenza, per un primo maggio che ci ha visto, ancora insieme, promuovere una manifestazione originale e unica nel panorama italiano consistente in una “maratonina”. Penso che lo sport possa essere un ulteriore strumento di unità e solidarietà, capace, per il suo valore universale, di contribuire al superamento di ogni forma di razzismo e all’affermazione di principi di solidarietà.
Spero, parafrasando il titolo dell’iniziativa, che la stessa possa contribuire (partendo da un territorio come quello di Civitavecchia con una storia importante alle spalle, segnata da leggendarie lotte dei lavoratori, a partire dai primi scioperi nel Porto) a veicolare verso la “meta” i “diritti” al e del lavoro e dell’intera società”.
Segretario Generale CdLT CGIL Civitavecchia
Cesare Caiazza
Società
2 Novembre 2011
Caiazza (Cgil): "1° maggio speciale"