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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Cartelle esattoriali: cittadini indecisi

    SANTA MARINELLA – Cittadini confusi e indecisi su cosa fare, in merito alle cartelle esattoriali su Ici e Tarsu ricevute qualche giorno fa dalla società Infotirrena di Follonica, l’azienda che ha in appalto il servizio di recupero somme dovute al Comune e non pagate da alcuni cittadini sulle tasse comunali. Si dice che siano addirittura 1200 i residenti che sono stati “avvertiti” con una cartella esattoriale a pagare i debiti, ma molte di queste cartelle, riportano dati completamente errati rispetto alla realtà delle cose. L’amministrazione comunale, purtroppo, fa finta di nulla e scarica tutta la responsabilità sulla Infotirrena. «La responsabilità di tale situazione – dicono alcuni cittadini – invece, è da addebitare interamente a chi avrebbe potuto vagliare bene la situazione avendo a disposizione un archivio storico non indifferente e risolvere il problema direttamente con gli interessati». Alcuni cittadini parlano «di evidenti errori di metratura delle case, di indirizzi sbagliati, di persone che hanno regolarmente pagato nel lontano 2005 e che il Comune non ha registrato». Chiaro che in tutta questa confusione di carattere amministrativo a rimetterci sono, come al solito, i cittadini, soprattutto quelli anziani che non hanno modo di valutare gli addebiti ricevuti. «Sarebbe stato sufficiente – dicono i santamarinellesi – che l’ufficio tributi, su invito dell’assessore competente, avesse riservato a se la ricerca delle infrazioni commesse, valutando caso per caso e probabilmente tutto si sarebbe risolto nel migliore dei modi. Invece, la giunta Bacheca, ha voluto forzare la situazione, scaricando sui residenti l’obbligo di fornire documentazione per dimostrare l’illegalità della cartella». E di illegalità ce ne sono in quanto, una sentenza della Corte Costituzionale ha stabilito che le cartelle presentate agli utenti, se arrivano fuori tempo massimo, vengono dichiarate nulle. La Infotirreno, infatti, ha spedito le raccomandate, in data 29,30 e 31 dicembre, ma sono arrivate agli interessati il 7, 8 e 9 gennaio. La sentenza della corte Costituzionale ha stabilito che non vale il timbro postale dell’ufficio da cui sono state spedite, ma il giorno in cui arrivano ai cittadini o quando gli vengono notificate a mano. Considerando che tutte sono giunte oltre il 1° gennaio del 2011, significa che sono stati superati i cinque anni utili per essere ancora valide.