CIVITAVECCHIA – Ottanta assegni per l’acquisto di un appartamento con vista sul Colosseo per un importo di 900 mila euro che il ministro Claudio Scajola avrebbe fatto avere alle proprietarie dell’immobile, le sorelle Barbara e Beatrice Papa, un atto stranamente registrato all’Anagrafe tributaria di Civitavecchia dal notaio Gianluca Napoleone e un’indagine della Guardia di finanza, avviata a seguito di una segnalazione di operazione sospetta partita dalla Banca d’Italia circa una strana movimentazione sul conto della Deutsche Bank intestato a Angelo Zampolini, colui che avrebbe materialmente consegnato i titoli al numero uno dello Sviluppo economico. O meglio ex numero uno, perché tanto è bastato per indurre Scajola a dimettersi, dichiarando: «Lascio il Governo per difendermi». Una storia che risale al 2004, ma che si intersega con l’inchiesta sugli appalti della Protezione civile e sui grandi eventi, che vede imputate quaranta persone tra cui Diego Anemone, il cui uomo di fiducia, Angelo Zampolini avrebbe cambiato 900 mila euro in assegni circolari utilizzati per pagare una parte dell’appartamento acquistato da Scajola. Civitavecchia ancora una volta protagonista in episodi poco chiari, una città che negli ultimi anni continua a richiamare l’attenzione dei media esclusivamente per tragedie o inchieste giudiziarie. Una delle sorelle Papa insiste, parlando di un appartamento di 180 metri quadri venduto al ministro e di ottanta assegni per un totale di 900 mila euro, nonostante la visura effettuata presso l’anagrafe tributaria racconti di un contratto di compravendita registrato il 13 luglio 2004 presso l’ufficio delle Entrate di Civitavecchia per un valore di 310 mila euro. Tutte cose che ora Scajola dovrà spiegare ai magistrati, come pure il motivo della scelta che ha indotto il notaio Gianluca Napoleone a registrare l’atto a Civitavecchia, una città in cui i controlli a quanto pare sono limitati.
Cronaca
2 Novembre 2011
Caso Scajola, l’atto è stato registrato a Civitavecchia <br />