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    Amministrazione
    2 Novembre 2011
    Ciani: «Ricorrerò al Consiglio di Stato»

    CIVITAVECCHIA – «Il provvedimento impugnato non appare censurabile, emergendo una ampia valutazione delle circostanze che hanno indotto il Ministero vigilante ad eliminare gli effetti pregiudizievoli di una ormai radicata non corretta gestione delle attività proprie dell’Autorità Portuale e ad assicurare, attraverso il commissariamento, il regolare funzionamento dell’Autorità, nelle more del rinnovo dell’organo di vertice». Questa, in sintesi, la motivazione con la quale la terza sezione Ter del Tribunale Amministrativo del Lazio ha respinto la richiesta di sospensiva del decreto di commissariamento dell’Autorità Portuale di Civitavecchia, disposto dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti Altero Matteoli, presentata dal presidente Fabio Ciani. Una decisione ufficializzata soltanto questa mattina, dopo le voci che, insistentemente, erano iniziate a circolare nella tarda serata di ieri. A nulla sono valse le controdeduzioni presentate dal legale dell’ex presidente, nessuna delle quali è stata giudicata ‘‘significativa’’, con il collegio che di fatto, ha ribaltato completamente la decisione cautelare presa dal presidente Giuseppe Daniele il 19 novembre scorso. A questo punto per Ciani si apre la strada del ricorso al Consiglio di Stato: ha già dato mandato ai propri legali di predisporre le carte, convinto delle proprie ragioni.
    «Il provvedimento impugnato – si legge nell’ordinanza del Tar – rende puntualmente conto delle contestate oggettive disfunzioni relativamente alla gestione delle concessioni demaniali, già evidenziate dall’Ispettorato Generale della Finanza e confermate dalla Commissione Ministeriale che ha messo in evidenza l’inefficienza, risalente nel tempo, dell’apparato amministrativo dell’Autorità Portuale con riferimento alle concessioni demaniali in merito a cui, nemmeno l’attuale vertice, ancorché insediato nel 2007, ha saputo porre rimedio contribuendo a determinare gravi ripercussioni nell’ambito dell’economia locale e nazionale». Insomma, pur riconoscendo problemi pregressi, è stato sottolineato il mancato intervento da parte dei vertici di Molo Vespucci per risolverli.
    Si è passati poi alla questione relativa al comando dei due autisti dalla Regione che avrebbe «incrinato l’indispensabile sinallagma fiduciario con l’amministrazione vigilante». Secondo il presidente Ciani, rimasto sorpreso dalla decisione, «l’intero procedimento di commissariamento scaturisce da scelte esclusivamente di carattere politico. Ovviamente – ha commentato – rispetto la decisione del Tar. Le sentenze non si commentano. Resto in attesa di conoscere le motivazioni, rilevando come la decisione collegiale scaturita dalla camera di consiglio, presieduta dallo stesso giudice che aveva sospeso gli effetti del provvedimento, abbia valutato gli atti in modo opposto rispetto a quanto aveva fatto in sede monocratica, rilevando il fumus boni iuris. Mi dispiace soprattutto per il porto, che è il maggiore danneggiato dal prolungarsi di questa fase di incertezza. In un momento di crisi come quello attuale si moltipicano gli effetti negativi derivanti dalla mancanza di un riferimento certo e stabile per gli investitori attuali e potenziali e per gli stessi operatori portuali». Da lunedì si reinsedierà ufficialmente a Molo Vespucci come commissario il comandante della Capitaneria di Porto Fedele Nitrella il quale si è detto pronto a lavorare serenamente per il bene dello scalo. «Mi presenterò come già fatto il mese scorso – ha spiegato – convinto che occorre mettersi subito al lavoro; d’altronde già mercoledì è in programma la seduta di comitato. Al di là della legittima possibilità di Ciani di ricorrere al Consiglio di Stato, l’obiettivo in questo periodo deve essere quello di operare tutti insieme nell’interesse del porto a cui, l’attuale fase di incertezza, non ha certo giovato».