logo
    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Civitavecchia commossa: «Era una guida sicura»

    CIVITAVECCHIA – Tanti i messaggi di cordoglio da parte del mondo delle istituzioni che si uniscono al cordoglio per la scomparsa del vescovo monsignor Chenis. «La perdita per la città non è facilmente misurabile -ha commentato il sindaco Moscherini da Miami – perché il valore del suo lavoro compiuto da quando è giunto a Civitavecchia si potrà comprendere solo nei prossimi mesi e anni. Tutta la città soffre la sua scomparsa». Commosso il ricordo del vicesindaco Vinaccia che ieri mattina si era recato in visita al Gemelli: «I fedeli della nostra diocesi – ha aggiunto – piangono questa grave perdita che lascia in tutti noi, un vuoto incolmabile. In questi tre anni ho avuto il privilegio e l’opportunità di lavorare con lui, ed apprezzare il suo impegno a favore della comunità locale, la sua volontà di chiarezza e di lealtà nei rapporti con gli altri, quella carica di umanità propria del buon Pastore. Difficilmente dimenticheremo i suoi insegnamenti. Il più profondo cordoglio da parte della città ai famigliari,ai confratelli e a tutta la famiglia salesiana». «Se n’è andata una persona straordinaria e lo affermo senza alcuna retorica». Queste le parole del presidente dell’Autorità Portuale Fabio Ciani. Un uomo di cultura – ha aggiunto – e, benché la sua permanenza sia stata breve, il risultato della sua missione pastorale è straordinario ed il suo ricordo rimarrà indelebile, così come il dolore e l’affetto dimostrati dalla città intera». «La scomparsa del vescovo di Civitavecchia Carlo Chenis – ha commentato il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti – è per tutta la comunità fonte di immenso dolore e grande commozione. Il vescovo rappresentava da anni per molti cittadini una voce saggia da ascoltare e una persona amica con cui confrontarsi per avere consigli o parole di conforto. Vorrei far giungere alla famiglia le mie condoglianze e quelledell’ Amministrazione provinciale». Affettuoso e commosso il messaggio dell’assessore provinciale Rita Stella. «La scomparsa del vescovo di Civitavecchia Carlo Chenis lascerà in tutti noi un vuoto incolmabile – ha sottolineato – per chi come me ha avuto la gioia di conoscerlo sarà impossibile dimenticare le sue parole, i suoi insegnamenti e il calore di un’amicizia sempre sincera e capace di essere vitale soprattutto nelle situazioni più difficili». «E’ una notizia che mi lascia immensamente affranto- – ha affermato il sindaco di Tolfa Alessandro Battilocchio – la scomparsa di Monsignor Chenis ci lascia orfani di un grande uomo di religione e di cultura. Una guida, ma anche un amico per tutti coloro che hanno avuto il piacere di conoscerlo». Anche la Fondazione Cariciv si è unita al dolore della città. «Molti progetti hanno visto la Curia e la Fondazione insieme, tra le più significative l’Hospice Oncologico per cui Sua Eccellenza si era speso ed in cui molto credeva». «Provo un grande dolore per la morte del Vescovo – ha commentato il sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola – e sono certo d’interpretare i sentimenti dell’Amministrazione, dei tarquiniesi, dei cattolici, dei non credenti e di coloro che abbracciano altre confessioni religiose esprimendo il più profondo cordoglio della città di Tarquinia». Tristezza e commozione nel mondo politico cittadino. «Se ne va non solo un grande uomo di chiesa ma una persona di profonda cultura e passione intellettuale di cui Civitavecchia sente già la mancanza» ha scritto Roberta Galletta (Pd), alla quale fanno eco le parole di Alessio Gatti. “Di Lui – scrive il capogruppo consigliare Pd – potrei elencare tantissime qualità ma penso che una possa racchiuderle tutte, l’umiltà. grazie Mons. Chenis». «Apprendiamo la notizia della morte del vescovo con grande dolore – scrivono dal Polo Civico – Idv- avevamo subito imparato ad amarlo per la sua umanità, per il messaggio di amore e di amicizia che aveva saputo da subito trasmettere alla città». «Civitavecchia è una città sfortunata – hanno commentato Enrico Luciani e Gino De Paolis – Ci mancherà il suo sorriso radioso e sornione, il senso di protezione che da lui si irradiava».