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    Politica
    2 Novembre 2011
    Civitavecchia ha bisogno di ritrovare se stessa e di un Sindaco che ami la sua città

    di FABRIZIO BARBARANELLI

    Ho letto le dichiarazioni che hai rilasciato sulla tua ricandidatura a sindaco ed ho pensato, vincendo una ormai antica resistenza alle pubbliche esternazioni, di proporti qualche personalissima riflessione. So di correre qualche rischio: si è ormai diffusa l’abitudine, nel dibattito politico, di reagire, anche a fronte di un sereno ragionamento, con gli insulti personali e le insinuazioni. E forse sta anche qui la ragione per cui tanti concittadini, che pure potrebbero dire la loro sui problemi della città, si ritraggono.

    Non è una digressione. Voglio infatti partire da qui, da questo clima di violenza verbale, di personalizzazioni esasperate, starei per dire di gratuita volgarità ed inciviltà. So che non sei il solo responsabile di questa degenerazione. Ma un Sindaco deve essere innanzitutto esempio e testimonianza di un livello più alto, deve contribuire ad innalzare il tono del confronto civile. E voglio dirti con grande franchezza che non mi sembra che si sia fatto molto in questa direzione. Poiché sono tra coloro che ritengono che si debba innanzitutto operare per far crescere culturalmente e civilmente la città, non è questo un rilievo di poco conto. Né mi interessa il gioco sulle responsabilità presenti e passate e conoscere chi ha lanciato la prima pietra.

    Un Sindaco è altra cosa, ha altre responsabilità e deve opporsi con tutti i suoi mezzi a qualsiasi “caduta di stile” e imbarbarimento del clima. Pongo questa come prima osservazione perché su questo terreno registro un primo, grave fallimento.

    Ancora: non ho ben capito, leggendo le cronache, se il tuo è stato un annuncio o una minaccia. Il tono e soprattutto l’ultimatum ai tuoi attuali alleati, mi fanno propendere per ritenere che hai lanciato una minacciosa sfida. Di qui la domanda: è giusto annunciare una candidatura a Sindaco in questi termini?

    Ho spesso l’impressione che tu non ami questa città e i suoi cittadini. Che tu abbia creato una demarcazione netta tra gli “amici” (spesso amici di una fugace stagione) e i “nemici” (che restano tali finché non saltano sul tuo carro). E questo non è un modello ideale perché il Sindaco di una città deve essere sempre al di sopra delle parti e considerare tutti i cittadini uguali nei loro diritti di cittadinanza.

    La costante di questi anni sono stati i giudizi pesanti sulle categorie che pongono problemi, l’insofferenza per la critica, gli attacchi frequenti agli organi di informazione, la indisponibilità al confronto, nella sostanza l’intolleranza per la partecipazione democratica che costituisce la molla fondamentale per ben operare. Civitavecchia deve recuperare il perduto senso della comunità e della solidarietà e ne ha un bisogno vitale. Troppi anni di frammentazione sociale, di lacerazioni esasperate, di incomunicabilità, in un clima di discriminazione di chi è lontano dal potere. Ed assisto a questa deriva con grande preoccupazione perché ci sono processi difficilmente reversibili se non si opera alla radice.

    Non mi interessano qui le valutazioni che hai svolto sulle realizzazioni di questa amministrazione: i cittadini vedono e giudicano. Sanno della città che vorrebbero e di quella in cui vivono.

    Da ultimo. Nessuno può certo confutare il tuo diritto a ricandidarti come nessuno può confutare il diritto di esprimere opinioni.

    Molti anni fa, rendendomi conto che le stagioni politiche passano, capii che anche la mia era tramontata e che il mio contributo poteva esprimersi in modi diversi dall’impegno amministrativo. I tempi erano mutati ed energie nuove e diverse dovevano farsi avanti e andavano incoraggiate, in funzione dei bisogni della città. Poi la selezione del nuovo era affidata all’elettorato e in qualche caso non abbiamo avuto scelte esaltanti. Ma tant’è. La storia procede in questo modo.

    Ora -io credo- la città ha bisogno di ritrovare se stessa, la sua dignità e i suoi valori comunitari. Ha bisogno di trovare nel suo seno sensibilità nuove e diverse, che possano al meglio interpretarne i bisogni. Ha bisogno di un Sindaco che unifichi, che realizzi un sereno rapporto con i cittadini, che recuperi il senso della collaborazione tra i diversi segmenti della società, che sia riferimento di tutti e non di qualche fazione, che sviluppi la partecipazione democratica, che sappia far dialogare, pur nella distinzione dei ruoli, la maggioranza e l’opposizione, che sappia far emergere il meglio dal corpo sociale e che sia capace di trasformare il conflitto politico, anche il più aspro, in positivo contributo di idee. E soprattutto che abbia un progetto di città chiaro e trasparente e sappia mettere in campo le energie professionali in grado di attuarlo. Infine che ami la sua città e voglia disinteressatamente contribuire a farla crescere.