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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Civitavecchia sott’assedio

    CIVITAVECCHIA – Due occhi sgranati e una voce fioca che ti dice «ho fame, mi dai qualche soldo?». Oppure un biberon asciutto, leggermente sporco di latte a testimoniare una poppata occasionale consumata da tempo, magari per strada, stretto nella mano e agitato davanti all’ignaro passante: «Mio figlio non tocca cibo da ventiquattro ore». Italiani, africani, cittadini dell’est, ad ogni angolo di Civitavecchia è possibile incontrarne uno. E provate a rispondere alle loro richieste dicendo «non ho soldi» o peggio «vado di fretta», tentando di divincolarvi: arrivano a toccarvi, afferrarvi per un braccio, urtarvi, delle volte mettendovi le mani in tasca in cerca di denaro. Un atteggiamento a metà tra la prepotenza e la confidenza dovuta a chi sfrutta la propria condizione di dubbia inferiorità sociale. Ovviamente non sono quasi mai gli uomini a farne le spese, bensì le donne e gli anziani, persone EXTRACOMUNITARIsicuramente vulnerabili. Si presentano nei panni di lavavetri, medicanti, venditori di fazzolettini o ombrelli, di calzini o di cd. Quando le cose vanno bene improvvisano dei punti vendita all’aperto, rigorosamente abusivi. Accade sempre più spesso e sotto gli occhi delle forze dell’ordine, tanto ai tutori della legge in forza ai quattordici reparti dislocati sul territorio (tre dei Carabinieri, cinque della Polizia, tre della Guardia di finanza, uno della Polizia municipale, due della Polizia penitenziaria e uno del Corpo forestale dello Stato) non capiterà mai di imbattersi in sconosciuti che al semaforo ti si piantano di fronte alla macchina, minacciando di rigarla se neghi loro l’elemosina. Quanti sono stati gli stranieri sorpresi a mendicare, identificati negli ultimi mesi? Sicuramente meno dei civitavecchiesi multati per infrazioni al codice della strada. Si rischia in questo modo di far passare un messaggio sbagliato, minimizzando un fenomeno in continua crescita, sempre più difficile da ridimensionare. Questa mattina una giovane mamma che spingeva il passeggino è stata fermata in centro da una signora italiana «in cerca di latte». Quando le è stato chiesto di allontanarsi, il figlio della donna ha infilato le mani nel passeggino dove era adagiato il bambino di pochi mesi, suscitando la reazione indignata della giovane mamma. «Come ti permetti di parlare così a mio figlio», ha urlato la mendicante, urtata a sua volta per l’insolito trattamento e solo l’intervento dei passanti ha scongiurato conseguenze peggiori. Senegalesi in trasferta da Roma che questa mattina l’hanno detta tutta: «Veniamo a vendere la nostra merce a Civitavecchia – ha spiegato un ragazzo di colore sui 25 anni, intervistato a viale Baccelli – perché Roma è diventata invivibile. Troppa gente a vendere, troppi controlli». E quale meta migliore di Civitavecchia per fare i propri comodi? Una realtà in cui, a cominciare dalla classe politica, oEXTRACOMUNITARIgnuno fa ciò che vuole, raccogliendo i frutti di un’immunità virtuale conquistata sul campo, a suon di amicizie influenti e stucchevoli piaggerie. Così la gente è costretta ogni giorno a fare i conti con una città sotto assedio che naturalmente gli uomini e le donne in divisa non notano. Lamentele da ogni parte, e non si tratta di problemi di scarsa predisposizione alla multi etnia. Quella è di sicuro un’altra storia.
    Fa.Mar.