TARQUINIA – Blitz all’alba nelle aziende agricole situate tra Tarquinia e Montalto di Castro. I carabinieri della stazione di Tarquinia coordinati dalla Compagnia di Tuscania e coadiuvati dai colleghi delle vicine stazioni di Montalto di Castro, Cellere, Farnese e Canino, intorno alle 5 hanno iniziato a passare al setaccio le campagne nell’ambito dei controlli per la lotta contro l’immigrazione clandestina e il lavoro nero. Diversi imprenditori agricoli, tra i quali alcuni molto noti in città, e i cosiddetti ‘’caporali’’, sono finiti nella rete dei militari che alle prime luci dell’alba hanno dato il via all’operazione ‘’repulisti’’. Una quarantina di militari a bordo di una quindicina di automobili e un furgone hanno fatto irruzione nelle aree agricole a ridosso della strada provinciale del Lupo Cerrino e lungo l’Aurelia, nei pressi dei chilometri 85 e 102 e nelle zone di Spinicci, verso Marina Velca. Decine di clandestini, perlopiù nordafricani, tunisini e marocchini, sono stati prelevati dai campi e portati in caserma per l’identificazione e le verifiche del caso. Alcuni sono risultati essere già arrestati o raggiunti da un precedente decreto di espulsione: un palestinese è stato infatti arrestato. Ogni azienda agricola controllata, impegnata in questo periodo nella raccolta di pomodori, meloni e cocomeri, è stata accerchiata dalle auto dei carabinieri che hanno bloccato tutte le vie di fuga. In alcuni casi gli stranieri non in regola con i necessari permessi di soggiorno e senza contratto di lavoro hanno tentato la fuga, riuscendo nell’intento. Molti sono stati invece bloccati. Alcuni hanno dato il proprio contributo alle indagini, segnalando ai militari situazioni irregolari. Tre uomini, due tunisini di cui uno di Montalto e un noto imprenditore tarquiniese, sono risultati essere i cosiddetti ‘‘caporali’’: procacciavano, cioè, manodopera clandestina a basso costo, agli imprenditori, dietro compenso stabilito in percentuale. Sono stati denunciati per il reato di caporalato. Quattro imprenditori della provincia di Latina che avevano acquistato i prodotti sui campi rischiano la denuncia per concorso nello stesso reato. Imprenditori agricoli del posto, proprietari di aziende locali, sono stati denunciati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e adesso rischiano l’arresto da sei mesi a 3 anni o l’ammenda fino a 5mila euro. Nel corso del blitz sono state sequestrate anche alcune auto, trovate all’interno di una nota azienda agricola, senza assicurazione. All’interno della macchina sono state anche rinvenute diverse fotocopie formato tessera in possesso di un clandestino già denunciato per contraffazione di documenti. I carabinieri del comandante della stazione di Tarquinia, il luogotenente Stefano Girelli, coordinati dal capitano Massimo Cuneo, della Compagnia di Tuscania, non hanno risparmiato neanche i vecchi casali abbandonati. Alle prime luci del giorno i militari hanno infatti fatto irruzione all’interno dello stabile situato nella zona industriale in un terreno di proprietà dei consorziati: sette stranieri sono stati sorpresi a bivaccare all’interno dell’immobile abbandonato, ridotto in condizioni igienico-sanitarie ai limiti dell’umano. Tre di loro erano stati già arrestati in precedenza. Al termine dello sgombero, il sindaco Mauro Mazzola ha dato l’ok per le operazioni di muratura di tutti gli ingressi del casale (porte e finestre) onde evitare il ritorno dei clandestini. Blitz dei militari, anche a via delle Rose, dove in otto vivevano in sole due stanze: due stranieri sono stati sorpresi senza permesso. Un tunisino è stato denunciato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: aveva infatti subaffittato lo stabile ai suoi connazionali. Non è mancata qualche nota positiva: numerose aziende agricole, in regola, hanno ringraziato i militari per i controlli a tappeto, grazie ai quali è possibile arginare il fenomeno dell’immigrazione clandestina. Nell’ambito della stessa operazione i carabinieri hanno effettuato un raid nei pressi della stazione: gli extracomunitari carichi di borsoni e merci sono stati fatti risalire sul treno visto il divieto di vendita ambulante sulle spiagge. Altri, trovati senza documenti, sono stati accompagnati in caserma per l’identificazione. Non si escludono ulteriori sviluppi delle indagini anche nei prossimi giorni.
Il caporalato, un reato ancora diffuso nella Maremma
Gli ‘‘sciacalli’’ percepiscono una percentuale sugli stranieri reperiti e costretti a lavorare a cottimo per 50 euro al giorno
TARQUINIA – Gli immigrati che lavorano nei campi, ogni estate occupano abusivamente casali abbandonati, capannoni e stabili, trasformandoli in dormitori nelle vicinanze delle aziende agricole. Vivono in condizioni disumane e sono una quantità imprecisabile. Regolari o clandestini, nei mesi estivi lavorano nei campi della Maremma. Ore e ore curvi e abbassatati per riempire le casse, da quando si fa giorno fino a sera. Creano una vera e propria ‘‘catena umana’’ fino a riempire decine di tir con tonnellate di meloni, cocomeri, pomodori o altro. Uomini spesso senza identità, costretti a lavorare a cottimo, per guadagnare, in una giornata 40-50 euro. Sul loro sudore si arricchiscono ‘‘i caporali’’: sciacalli di ogni razza che, senza far nulla, guadagnano centinaia di euro al giorno. Portano i clandestini nei campi e percepiscono una percentuale su ciascuno, corrisposta dai cosiddetti imprenditori agricoli, che acquistano l’intero campo giunto a maturazione, dai proprietari dei terreni. Una trentina sono le aziende agricole controllate. nella maggior parte sono risultate in regola. Secondo la stima delle forze dell’ordine la quantità di clandestini che lavorano sui campi e notevolmente superiore a quella rilevata nel blitz di ieri. In questo periodo, infatti, c’è il Ramadam e coloro che rispettano la tradizione religiosa, non potendo mangiare e bere durante la giornata, hanno deciso anche di non lavorare.