logo
    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Dal preliminare alla destinazione dell’area, tutti i dubbi sul caso del ‘‘villaggio’’

    CIVITAVECCHIA – Troppi gli interrogativi che si stanno accavallando sulla scelta del sindaco Moscherini di ‘‘investire’’ 3 milioni e mezzo di euro su un ‘‘villaggio’’ di 40 abitazioni prefabbricate in legno, per dare una prima risposta all’emergenza abitativa. Interrogativi che hanno ora richiamato l’attenzione della Procura della Repubblica.
    Il caso è stato sollevato nelle scorse settimane dal quindicinale La Tribuna, che oltre a riportare le preoccupazioni di Giancarlo Frascarelli e del ‘‘riformista di sinistra’’ Angelo Pierotti anche sulla possibile futura destinazione a campo rom delle casette (peraltro smentita dal sindaco), aveva anche sottolineato alcune stranezze del progetto preliminare, firmato dall’allora dirigente dell’Urbanistica Roberto Guratti, che nella parte relativa alla descrizione delle opere ha ‘‘inglobato’’ direttamente quello che appare come il preventivo di una delle ditte a cui si è rivolta l’amministrazione. «Basta dare un’occhiata – si legge sulla Tribuna – per rendersi conto che i dettagli richiesti e ‘‘progettati’’ dal Pincio in realtà sono quelli proposti dall’azienda, visto che ad esempio quando si parla delle porte o dei serramenti si legge: “colore a scelta del committente (in questo caso il Comune, ndr) con porte e finestre che avranno misura vuoto parete come da ns. disegni esecutivi (della ditta proponente, ndr)”. Insomma, un copia e incolla in cui non si è avuta, da parte dei tecnici comunali e del responsabile del procedimento, neppure l’accortezza di modificare qualche frase qua e là. Eppure, si tratta di opere e forniture per complessivi 3 milioni e mezzo, rispetto ad un quadro economico iniziale, inserito nel preliminare, da 2.819.600 euro, comprensivi delle opere di urbanizzazione. Certo, con queste cifre, l’interrogativo di Frascarelli e Pierotti diventa legittimo: non sarebbe stato meglio costruire alloggi definitivi, con appartamenti veri e propri? E ancora, dal punto di vista urbanistico, è certo che non occorra alcuna variante? E’ vero che si tratta di case di legno, ma con un utilizzo del tutto particolare, visto che sarà un mini quartiere vero e proprio, al servizio di oltre 100 persone e con strade, illuminazione e allacci che lo renderanno di fatto un insediamento un po’ più che ‘‘provvisorio’’, visto anche che per i prefabbricati saranno necessari comunque degli appositi basamenti in calcestruzzo. Non sarebbe stato opportuno condividere con l’Ater una soluzione degna di tal nome per l’emergenza abitativa in una città che non è stata colpita da terremoti o esondazioni e che invece si trova alle prese con un bando di gara del tutto simile a quello che sono stati costretti a fare in Abruzzo? Come sempre, probabilmente, queste domande resteranno senza risposta. A meno di terremoti che con le onde sismiche hanno poco a che vedere».