CIVITAVECCHIA – Questa la lettera aperta che Aldo De Marco ha inviato al Sindaco Moscherini per replicare al suo intervento di ieri, e per conoscenza a Silvio Berlusconi, Fabrizio Cicchitto, Sandro Bondi, Francesco Giro, Alfredo Pallone, Angelo Santori, Vincenzo Piso, Francesco Lollobrigida.
Egregio Sindaco, non mi ha certamente sorpreso la sua smodata reazione all’intervento del Sottosegretario ai Beni Culturali, l’Onorevole Francesco Giro, sapendola persona assolutamente inelegante e così arrogante da pensare, a torto, che il mondo possa e debba girare solo e soltanto intorno alla sua persona. Le ripeto, quindi, che non mi ha sorpreso il suo tentativo di denigrarmi agli occhi dei cittadini e della classe dirigente nazionale del Pdl, arrivando financo a motivare, fra l’altro non richiesta, la decisione della mia cacciata dalla Giunta con lo scarso, anzi praticamente nullo impegno profuso dal 2008 ad oggi. Lei, Sindaco, ha snocciolato una serie di numeri legati alle mie presenze, pardòn, assenze e alla mancata elaborazione di delibere: pecche talmente gravi, a suo dire, da meritarmi la nomea di fannullone. Si è pure permesso di tirare in ballo il Ministro Brunetta facendo del sarcasmo da osteria che, mi permetta, è un autentico boomerang se è vero che sarebbe molto interessante discutere intorno al termine “fannullone” e capire chi lo è e soprattutto chi lo è stato veramente in questi anni. Certo che le mie assenze sono lampanti come la luce del sole e tra poco ne parleremo, ma molto più diffusamente lo farò in altre circostanze, dedicandoci un’apposita riflessione. Intanto però mi preme ricordarle che quasi mai sono stato avvertito in tempo e talvolta neanche informato, per partecipare a riunioni con all’ordine del giorno temi riguardanti l’azione amministrativa. Potrei dirle delle Giunte convocate per orari tipo alle 10 ed iniziate alle 17, potrei dire di Giunte con ordini del giorno completamente stravolti, che venivano modificati all’ultimo momento. Ma lei, tutte queste cose le conosce già, così come conosce i suoi stucchevoli e inaccettabili ritardi agli impegni istituzionali che potevano costare sì, soldi all’erario se il sottoscritto avesse richiesto, come prevede la legge i rimborsi dovuti all’ente di appartenenza, data la mia posizione all’interno dell’azienda. Ma lei Sindaco non ama il confronto e per quanto mi riguarda, non volendo digerire piatti preconfezionati, ho preferito disertare. Altre volte, invece, ho approvato mio malgrado, atti di cui non ero propriamente convinto, ma per spirito di squadra e anche volendo evitare le ennesime liti, visto che lei mi apostrofava spesso come “civitavecchiese di m….” come tutti quelli che ponevano dei perché o cercavano chiarimenti. Non è questa la sede e mi fermo qui. L’ultima ciliegina sulla torta però, parlando di assenze, è stata la mia mancata convocazione nella Commissione Taxi ed Ncc da lei nominata e di mia specifica competenza, ma forse aveva già pensato di cacciarmi e non me ne dolgo. Dicevo, l’ultima ciliegina, perché a proposito di ritardi, di assenze e di inconcludenze, le dovrei parlare degli incontri con l’Enel a Roma, con gli imprenditori e associazioni e quant’altro, delegittimando o con le sue assenze o con le sue presenze senza il sottoscritto, la funzione dell’Assessore. Se vuole, potrebbe parlare pure di questo e altro ancora con il Ministro Brunetta. E magari renderlo consapevole dello sperpero di denaro pubblico per consulenze o avvenimenti di infimo spessore culturale. Vogliamo parlare, Sindaco, di tutto questo o vorrebbe che il discorso si limitasse al “furto” (perché è questo il senso che lei volgarmente ha voluto dare alla sua vergognosa sortita) dello stipendio che avrei percepito. Le ho già spiegato che rispetto al suo modo di fare i soldi avrebbero potuto essere molti, molti e ancora molti di più se solo avessi voluto e mi riferisco ai rimborsi mai richiesti. Pertanto, Sindaco, anziché mentire sapendo di mentire sul mio percorso da Assessore, meglio avrebbe fatto a motivare il suo rimpasto ed in particolare la mia cacciata con discorsi prettamente politici e non con squallidi argomenti che non sono altro che lo specchio fedele del suo sottilissimo spessore che la rende un omino piccolo piccolo ed un amministratore assolutamente incapace. Per andare però sulla politica, Ella non ha esitato a tirare in ballo l’Onorevole Giro, con i suoi consueti toni volgari e mendaci, parlando a sproposito di amicizia e protezione, forse pensando inconsciamente al suo naturale modo di operare. Chi mi conosce sa, così come conosce lei, che abbiamo due diversi concetti di amicizia, distinti e distanti fra loro.
L’Onorevole Giro, di cui mi onoro di essere amico, ha posto questioni politiche a cui si è risposto con basse insinuazioni e facezie. La <img hspace=7 height=180 width=271 vspace=7 border= align=right alt=FRANCESCO