CIVITAVECCHIA – «Non c’è verso di far capire alla Regione Lazio che non si può usare lo stesso metro per tutte le situazioni sanitarie». Lo dichiara Marco Di Gennaro, parlando di una nota recentemente inviata alla direzione aziendale della Asl Roma F, nella quale la Regione inviterebbe a prendere ulteriori provvedimenti al fine di realizzare un contenimento nella spesa sanitaria paria al 7,5% rispetto al consuntivo 2009. «Non c’è emergenza economica che giustifichi la mancanza di una valutazione differenziata delle varie situazioni – dichiara il segretario dell’Udc – sia in termini di risorse economiche che di consistenza di personale, al fine di garantire una equa distribuzione delle risorse che certo non può essere realizzata da un indiscriminato taglio uguale per tutti». «Se già nel 2009, così come negli anni precedenti – continua Di Gennaro – a partire dai tempi di Garibaldi eravamo la cenerentola delle Asl del Lazio in quanto a finanziamenti, con questi ulteriori tagli bisognerà inventarsi una sorella povera di cenerentola per descrivere con esattezza la nostra situazione. Riduzione della spesa – prosegue il segretario dell’Udc – vuol dire tagli dei servizi per i cittadini, ulteriori sacrifici e sovraccarico di lavoro per gli operatori tanto più quanto più la situazione di partenza, come per noi, è di grande carenza per quanto concerne soldi e personale». In sostanza Marco Di Gennaro spiega che la riduzione della spesa attraverso indifferenziati tagli lineari vuol dire depotenziare il sistema sanitario pubblico a favore di quello privato «determinando una ‘‘tassa’’ neanche tanto occulta a carico dei cittadini per la tutela della propria salute». «Abbiamo il rapporto posti letto/abitanti più basso d’Italia – si legge ancora nella nota trasmessa da Di Gennaro – e ci vengono chiusi con discutibili motivazioni i posti letto di Bracciano e della Siligato, aggravando una già disastrata situazione occupazionale. Il nostro personale sanitario – aggiunge il cardiologo – è ridotto all’osso e non ci è permesso rimpiazzare chi se ne va. Sono previsti finanziamenti per ristrutturare il San Paolo e non si vede una lira. Invece di dare quel che manca – spiega Marco Di Gennaro – si toglie quel poco che c’è mentre altre fortunate situazione vedono accrescere i loro ‘‘privilegi’’. Continuando su questa strada – conclude – i cittadini saranno privati dei servizi sanitari essenziali in nome di un principio di compatibilità economica applicato senza alcun criterio e senza che la Regione abbia avuto il coraggio di assumersi la responsabilità diretta di indicare quali e quanti servizi tagliare».
Sanità
2 Novembre 2011
Di Gennaro: «I tagli alla sanità ridurranno i servizi essenziali»