TARQUINIA – La Guardia di finanza del comando provinciale di Roma ha effettuato il sequestro preventivo, ai fini della eventuale confisca, di 2 immobili e 9 terreni per un valore complessivo di 1 milione e 200mila euro, nonchè 12 conti correnti per un totale di circa 200mila euro. Le attività investigative, avviate successivamente all’esecuzione di alcune verifiche fiscali, hanno consentito ai finanzieri di rilevare che la società romana Free Air Helicopters spa, operante nel settore dell’elisoccorso in convenzione con il servizio sanitario di alcune regioni italiane, ha omesso i versamenti relativi alle imposte sui redditi e alle ritenute fiscali per un totale di oltre 14 milioni di euro. Le indagini, secondo quanto avrebbero appurato i finanzieri, vedono coinvolti l’ex sindaco di Tarquinia Alessandro Giulivi di 49 anni e il fratello Giancarlo di 48, rispettivamente presidente e vicepresidente del consiglio di amministrazione della società controllata. Gli amministratori, secondo le contestazioni della guardia di finanza, avrebbero ceduto ad un’altra impresa il ramo d’azienda relativo all’attività di elisoccorso con l’intento di sottrarla al pagamento delle imposte. La contestazione delle fiamme gialle riguarderebbe il prezzo di vendita che sarebbe di una somma nettamente inferiore al valore reale. Entrambi sono stati denunciati per “sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte”. Sulla base degli elementi acquisiti, il gip presso il tribunale di Roma, dottor Valerio Savio, al fine di garantire l’interesse erariale, ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla successiva confisca dei beni in diretta disponibilità degli indagati. Immediata la replica dell’ex sindaco Alessandro Giulivi: “Non c’è frode ne evasione, ne altro reato. Già prima che intervenisse la finanza c’è stato un continuo dialogo con l’agenzia delle entrate, attestato da una corposa documentazione, che dimostra che non ci siamo mai sottratti alle nostre responsabilità. In proposito c’è un preciso piano di rientro e gli atti lo dimostrano. Se poi c’è stato un ritardo nei pagamenti, ciò è anche dovuto ai lunghi tempi di rimborso nei nostri confronti da parte degli enti pubblici . Noi siamo a posto. Se ci volevamo sottrarre a qualunque responsabilità non saremmo stati qui. Al posto mio e di mio fratello ci sarebbero stati altri nomi e non avrebbero trovato i nostri beni. Il piano di rientro c’è, quindi non si capisce cosa sia accaduto. Forse non c’è dialogo tra enti addetti alle verifiche, intendo la Finanza e l’Agenzia delle Entrate, visto che quest’ultima, in merito allo stesso piano di rientro, ci aveva dato una prima positiva risposta”. Alessandro Giulivi parla anche della cessione del ramo d’azienda, spiegando che “riguarda una questione da 250mila euro e non ha nulla a che fare con il resto. Quanto dobbiamo sarà stabilito con l’agenzia delle entrate”. Tranquillo anche il vicepresidente Giancarlo Giulivi: “Il tempo ci darà ragione. Al momento si tratta di sola ipotesi. Le cifre che dobbiamo sono tutte dichiarate. Abbiamo già smontato totalmente tale presunzione di reato. La contestazione da parte della finanza risale infatti ad oltre un mese fa. Siamo un’impresa viva che dà lavoro ad oltre settanta persone e attorno alla quale circuita un notevole indotto. E’ un’azienda alla quale teniamo moltissimo e frutto di grossi sacrifici che non possono essere resi vani da ipotesi di reato senza fondamento. Tutto infatti nasce da una semplice scelta di strategia industriale assolutamente legittima dal punto di vista giuridico. Ci siamo avvalsi di un apposito studio legale che ha seguito l’intera operazione”.
Cronaca
2 Novembre 2011
Elisoccorso nel mirino della Finanza: denunciati i fratelli Giulivi