CIVITAVECCHIA – «Civitavecchia è uno dei comuni del Lazio dove è più sentito il problema legato all’emergenza abitativa. Fa eccezione, perché solitamente questa situazione si verifica nei capoluoghi. Ma sono convinto che ci sono le condizioni per annullare l’emergenza». Lo ha chiarito l’assessore regionale alle Politiche della Casa Teodoro Buontempo, oggi in città per un incontro, in due tempi, con il sindaco Gianni Moscherini e con il presidente dell’Ater Gianfranco Di Ludovico. L’obiettivo, ha detto il neo assessore, è risolvere al più presto questo problema, puntando anche alla qualità della risposta da garantire ai cittadini. Le idee più chiare vorrà averle già a fine mese, dopo una serie di appuntamenti che ha intenzione di portare avanti sul territorio. «Entro dieci giorni vorrei incontrare gli ordini professionali di ingegneri e architetti – ha spiegato – a loro chiedo un progetto di fattibilità per il restyling dell’area di via Betti: ovviamente, nel caso in cui si voglia demolire per ricostruire, occorrerà prima trovare alloggi temporanei, e veri, e poi procedere con il consenso degli inquilini. Il secondo passo è un tavolo istituzionale con il Comune, l’Ater e la Prefettura per la definizione di un percorso concreto di interventi: una volta avuto chiaro il quadro delle aree a disposizione, dei finanziamenti, dei progetti e delle intenzioni, incontreremo i cittadini». A quanto pare sia Comune che Ater avrebbero già mostrato disponibilità a questa ipotesi. Lo stesso Buontempo, infatti, dopo aver visto da vicino diversi stabili popolari, si è prima recato al Pincio dove si è intrattenuto a lungo con il primo cittadino che ha illustrato anche i difficili rapporti con l’attuale presidente dell’Ater «che – ha dichiarato – viaggia per conto suo ed indipendentemente dalle politiche per la casa messe in piedi dall’Amministrazione Comunale. Bisogna invece comprendere che l’azione amministrativa ed istituzionale anche dell’istituto va finalizzata a risolvere i problemi dei cittadini e non quelli gestionali dell’Ater». La questione che ha aperto, di fatto, la frattura tra i due enti è senza dubbio Torre D’Orlando, con l’Ater pronta a costruire 300 alloggi, avendo a disposizione 21 milioni di euro, e il Pincio che non rilascia il permesso a costruire. «Non mi ostino su questa area – ha spiegato Di Ludovico – ma allora il Pincio offra delle alternative dello stesso valore dal punto di vista della realizzazione di alloggi: altrimenti si può pensare ad un accordo anche con i privati o ad un project financing». «Insomma, si faccia una variante oppure, se quel terreno non va bene – ha aggiunto Buontempo – si trovi una compensazione. Quell’area da dieci ettari, comunque, essendo di proprietà Ater rimane un patrimonio per la città, per evitare eventuali cementificazioni selvagge». Parlando di continuità nella gestione e ‘‘dell’ottimo lavoro svolto per il risanamento del bilancio’’ l’assessore regionale ha poi sottolineato la necessità di costruire alloggi popolari nuovi, di qualità, energeticamente autonomi, di verificare gli effettivi requisiti di chi abita nelle case popolari. «Chi non ha i titoli – ha spiegato – può acquistare la casa, oppure lasciarla». Un passaggio poi sul villaggio della solidarietà a San Liborio. «Non entro nel merito: quando ci si trova di fronte alle emergenze ognuno prende le decisioni che meglio crede – ha spiegato – ma non credo ai villaggi temporanei: è ora che Pincio e Ater facciano programmazione. D’altronde oggi si possono costruire case vere, in muratura, da 70/75 mq anche a mille euro al metro quadro».
Amministrazione
2 Novembre 2011
Emergenza casa, tutti attorno a un tavolo