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    Sanità
    2 Novembre 2011
    Emergenza nell’emergenza: il San Paolo ha collassato

    CIVITAVECCHIA – Il pronto soccorso di Civitavecchia ha collassato. Ne avevamo parlato abbondantemente all’inizio dello scorso mese, prevedendo una situazione drammatica legata alle tantissime richieste di soccorso e attirandoci le critiche della Asl Roma F, convinta dell’esistenza di querimonie «che adombrano un fumus strumentale dei soliti soggetti». E invece La Provincia c’aveva visto bene e bene aveva fatto a mettere in guardia la direzione generale dell’Azienda e quella sanitaria dell’ospedale San Paolo da eventuali sovraffollamenti incompatibili con la quantità di personale di cui il nosocomio dispone e l’insufficienza di mezzi, soprattutto di lettini. «La situazione dell’assistenza è ben conosciuta – rispose la Asl – le grandi navi da crociera sono tutte dotate di ospedale-infermeria di bordo – aggiungendo – non risulta alcuna modificazione negativa rispetto alla situazione presente nelle estati precedenti». Quella che doveva essere una situazione sottocontrollo in realtà è esplosa nel primo pomeriggio di lunedì quando ai disagi causati da una Tac fuori uso si è aggiunta una lunga serie di richieste di soccorso che hanno paralizzato l’ospedale. La direzione sanitaria ha tentato inutilmente di scrivere al 118 con preghiera di trasportare i malati presso altre strutture (Bracciano, Tarquinia e Aurelia Hospital) ma la frequente mancanza di un medico di bordo ha indotto in molti casi il servizio emergenza a raggiungere il pronto soccorso più vicino, quello di Civitavecchia. Con conseguente intasamento, dal momento che la mancata disponibilità di posti letto ha rallentato le operazioni di sbarellamento, impedendo alle ambulanze di rientrare in sede per essere impiegate in ulteriori soccorsi. E non sono mancati momenti di agitazione tra il personale sanitario e i pazienti, dal momento in cui il pronto soccorso è rimasto anche sprovvisto di strumenti usa e getta. Qualcuno ha segnalato l’anomalia al 113 e sul posto è intervenuta una volante della Polizia, se non altro per costatare la complicata situazione del nosocomio. Grazie alla collaborazione tra i medici, gli infermieri e gli agenti del commissariato la situazione è tornata alla normalità pochi minuti dopo le 20 e l’ospedale ha ripreso a funzionare. Va evidenziato che la città è rimasta scoperta per oltre due ore, per giunta di lunedì, il giorno in cui si registra la maggiore affluenza di pazienti necessitanti di cure e terapie; fortunatamente solo pochi crocieristi hanno fatto ricorso alle prestazioni del San Paolo, considerato che l’exploit deve ancora venire. Ed è di nuovo polemica sulla consistenza della struttura, non idonea a contenere un adeguato numero di posti letto. Se a questo aggiungiamo il fatto che mancano anche le barelle il quadro è completo. Un triste resoconto che di certo non mette in mostra i lati positivi dell’ospedale San Paolo e che purtroppo richiama alla mente le precedenti avvisaglie di un malessere cronico, a volte ignorato da chi ha il compito di tutelare la salute dei cittadini.