TARQUINIA – ‘‘Ex polveriera’’ e ‘‘caso cementificio’’: il sindaco di Tarquinia, Mauro Mazzola, è un fiume in piena. Il primo cittadino, tutto d’un fiato, infatti, respinge il suggerimento di Luigi Daga che aveva chiesto l’inagibilità della ex polveriera per evitare l’approdo dei rom e chiede pure ai vari comitati cittadini, intervenuti sul ‘‘caso cementificio’’, di gettare la maschera e presentarsi con nome e cognome. Sull’amianto alla ex polveriera il primo cittadino è granitico: «Le solite proposte ridicole di Luigi Daga – dice Mazzola – A volte, per il semplice apparire, si dicono cose che non hanno né capo né coda, Daga, informandosi prima di parlare, avrebbe appreso che la “ex polveriera” è chiusa già da molto tempo. Ogni persona con un minimo di buon senso si chiederebbe: ‘‘Cosa deve chiudere il Sindaco?’’». In secondo luogo, la natura demaniale militare del sito ove insiste la “ex polveriera” non presuppone il rilascio di atti in capo ad autorità diverse da quella centrale dello Stato, il Sindaco, come Daga da amministratore, o meglio ex amministratore di varie realtà, avrebbe dovuto sapere, che non ha alcun potere ordinativo». «Bene ha fatto il parlamentare nel presentare un’interrogazione ai ministri competenti sul problema amianto – spiega ancora il primo cittadino -. Questa è la strada da seguire. Quanto a Daga, ancora una volta, i vecchi tromboni aprono la bocca e danno fiato». Quanto agli ambientalisti che nei giorni scorsi hanno bocciato in massa l’ipotesi del cementificio a Tarquinia (‘‘No coke’’, ‘‘cittadini liberi’’, ‘‘agricoltori liberi’’, il sindaco incalza: «Fuori nomi e cognomi. È meschino e diffamatorio attaccare il primo cittadino nascondendosi dietro l’anonimato. proseguono nel malcostume di affrontare il confronto politico sotto diciture che celano le persone reali. Escano allo scoperto. Il loro modo di agire è quanto mai scorretto. Sono un piccolo gruppo che crede di avere il diritto di muoversi in modo indisturbato e di fare il bello e il cattivo tempo a suo piacimento. Costituiscono una sparuta minoranza, ormai incancrenitasi, nella quale si sono infiltrati gli interessi politici in vista delle elezioni all’Università Agraria, alla Provincia di Viterbo e alla Regione Lazio. Essi hanno perso la vitalità che hanno le associazioni spontanee e intervengono su qualsiasi argomento. Se vogliono farlo, però, lo facciano mettendoci la faccia, anche perché io li conosco. I cittadini invece no, mentre sarebbero curiosi di sapere chi sono. Se non hanno nulla da temere o di cui vergognarsi, perché non farsi vedere alla luce del sole? Eppure questi ‘‘soliti ignoti’’ affermano di appartenere a dei movimenti spontanei, nati per tutelare i diritti della comunità tarquiniese. Ma quali diritti: quelli dell’intera cittadinanza o quelli di pochi?». «Forse quelli di pochi, – conclude – in quanto mi confronto spesso con gli agricoltori e con molte altre categorie sociali e, dalle loro opinioni, non vedo comunanza di intenti con queste associazioni ‘‘spontanee’’». (Ale.Ro.)
Cronaca
2 Novembre 2011
Ex polveriera e cementificio: il Sindaco alza la voce