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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Farkas aveva pagato per farsi rottamare la macchina

    CIVITAVECCHIA – TARQUINIA – Ottanta euro per rottamare la sua macchina. Questa la cifra pagata da Gabriel Farkas, il metalmeccanico 32enne ritrovato cadavere giovedì scorso a Sant’Agostino. L’operaio, circa un mese fa, si è personalmente recato presso l’impianto di demolizione auto di Sorrentino, situato al chilometro 42 della Braccianese Claudia, a Civitavecchia. Proprio qui, sabato pomeriggio, i carabinieri della stazione di Tarquinia, coordinati dal luogotenente Stefano Girelli, hanno ritrovato l’Alfa Romeo 156 station wagon che cercavano da giorni. La macchina, in ottimo stato, è stata ritrovata perfettamente integra e pulita. Il 32enne ha chiesto lui stesso al titolare dell’azienda di distruggere l’autovettura. «Gli ho chiesto per quale motivo volesse rottamare un’auto in così buono stato – riferisce il titolare – ma lui mi ha detto che il manubrio non funzionava bene, e che comunque sarebbe stato troppo costoso portarla in Romania». A questo punto il giallo sulla morte di Gabriel Farkas, pur arricchendosi di nuovi particolari, sembra essere ancora lontano da una soluzione. «Il ragazzo – prosegue Sorrentino – alto, vestito in jeans e maglietta, o forse giubbino, beige, mi ha lasciato la macchina e si è allontanato a piedi. Da solo». Dove e con chi è ancora un mistero. Certamente non è quello il giorno della sua morte. Gli indumenti infatti non coincidono: il cadavere, come si ricorderà, è stato trovato in maglietta e pantaloncini. Secondo quanto si è potuto apprendere, il ragazzo avrebbe inoltre avuto nei giorni a seguire altri contatti in famiglia. Sarebbe dunque andato a casa, senza dire niente a nessuno, circa la decisione di rottamare la macchina. Una vettura che, se rivenduta al mercato dell’usato, avrebbe fruttato almeno 5 o 6 mila euro. Dunque, non erano i soldi che interessavano a Grabriel Farkas, ne una macchina. Stava meditando di togliersi la vita, senza far sapere niente a nessuno? Possibile. Eppure tutto lascerebbe pensare, allora, ad un complice. Come c’è arrivato infatti Farkas a Sant’Agostino, se la macchina non era più in suo possesso? Chi lo ha accompagnato? Più probabile l’omicidio: forse Farkas era ricattato da qualcuno che lo ha costretto a queste azioni per depistare le indagini, prima di ucciderlo. Intanto, non c’è ancora traccia di valigie, computer e cellulare. Oggi, in tarda serata, non sono ancora noti i risultati dell’autopsia.
    Ale.Ro.