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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Filippo La Porta incontra Antonio Pennacchi

    TARQUINIA – Quarto appuntamento domani, sabato 30 ottobre, nella Sala Comunale di Tarquinia per gli INCONTRI CON L’AUTORE, organizzati nell’ambito del Premio Tarquinia-Cardarelli. Come sempre alle ore 17, Filippo La Porta presenterà al pubblico di Tarquinia lo scrittore Antonio Pennacchi, vincitore del Premio Strega 2010 con il suo ultimo romanzo Canale Mussolini. Antonio Pennacchi è nato a Latina nel 1950. Per quasi trent’anni ha lavorato come operaio di notte alla ex Fulgorcavi di Borgo Piave, in provincia di Latina. Nel 1994 – tra un turno e l’altro – riesce a laurearsi in Lettere con una tesi su Benedetto Croce e pubblica con l’editore Donzelli il suo primo libro, Mammut, che in 8 anni aveva collezionato 55 rifiuti da 33 diversi editori. Seguiranno, sempre con Donzelli, Palude e Una nuvola rossa e, con Vallecchi, L’autobus di Stalin e altri scritti. Nel 2003 esce per Mondadori il romanzo Il fasciocomunista da cui è tratto il film Mio fratello è figlio unico e, nel 2006, i racconti Shaw 150. Storie di fabbrica e dintorni. Canale Mussolini è il suo ultimo libro. Ha due figli e una nipote.
    Canale Mussolini è l’asse portante su cui si regge la bonifica delle Paludi Pontine. Su questa terra nuova di zecca, bonificata dai progetti ambiziosi del Duce e punteggiata di città appena fondate, vengono fatte insediare migliaia di persone arrivate dal Nord. Un vero e proprio esodo. Contadini emiliani, veneti e friulani lasciano le proprie terre e diventano i primi attori del nuovo sogno italico di grandezza. A migrare sono famiglie intere, i “cispadani” scesi dal Nord, che i “marocchini” del Lazio guardano con sospetto, spiando le loro abitudini disinvolte, le loro donne in gonne corte e sgargianti, allegre. Tra queste migliaia di coloni ci sono i Peruzzi. A farli scendere dalle pianure padane sono il carisma e il coraggio di zio Pericle, che dentro il Fascio conta qualcosa perché ha meriti di audacia e valore, ma che dal Fascio non si fa dettare ordini. Con lui scendono i vecchi genitori, tutti i fratelli, le nuore. E poi la nonna, dolce ma inflessibile, il vanitoso Adelchi, più adatto a comandare che a lavorare, i fratelli Iseo, Temistocle, Treves e Turati, legati da un affetto profondo fatto di poche parole e gesti assoluti. E una schiera di sorelle, a volte buone e compassionevoli, a volte perfide e velenose come serpenti. E poi c’è lei, l’Armida, la moglie di Pericle, la più bella, andata in sposa al più valoroso. La più strana, una strega forse, sempre circondata dalle sue api che le parlano e in volo sibilano ammonimenti e preveggenze che non basteranno però a salvarla dalla sorte che l’aspetta. Infine Paride, il nipote prediletto, buono e giusto, ma destinato, come l’eroe di cui porta il nome, a essere causa della sfortuna che colpirà i Peruzzi e li travolgerà.
    Pennacchi rievoca il passato controverso e insieme epico della nazione, animando ricordi e fantasmi con uno sguardo sempre lucido, ironico e spiazzante, ma soprattutto carico di pietas e profonda commozione per i propri personaggi, per quelle tre generazioni di Peruzzi che combattono con glorioso accanimento contro le sferzate del destino che sembra non concedergli tregua. Gli Incontri con l’autore proseguiranno fino alla fine di novembre, portando a Tarquinia importanti scrittori, giornalisti e editori laziali di alta qualità e importanza nazionale.
    Il prossimo appuntamento è per sabato 6 novembre con la scrittrice Michela Murgia, vincitrice del Premio Campiello 2010 con il romanzo Accabadora.

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