logo
    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Fotovoltaico: botta e risposta tra Benedetti e l'Agraria

    TARQUINIA – Il nascente impianto fotovoltaico, frutto di un accordo tra la società Ren Electron e l’Università Agraria suscita reazioni. Ad intervenire sul progetto è l’imprenditore nonché consigliere dell’ente di via Garibaldi, Enrico Benedetti che domanda al presidente Antonelli «dove sta la convenienza». «La concessione alla Ren Electron – dice Benedetti – da parte dell’Univesità Agraria di Tarquinia di un appezzamento di 5 ettari per 25 anni, con un ritorno di 500mila euro viene fatto passare come l’affare del secolo? In effetti è l’affare del secolo ma non per l’Ente, bensì per la Ren Electron. Vi spiego io il perché, non con le chiacchiere ma con dei dati inconfutabili. In base alle informazioni diffuse dall’assessore Palmini la Ren corrisponderebbe all’Università Agraria 4mila euro all’anno per ha, cioè 330 euro circa al mese per ha. Ma sapete quanto incasserà? I dati Gse riguardanti l’impianto fotovoltaico ubicato sopra il tetto della mia azienda che copre una superficie di 400 m2 indicano che, in due anni ha reso 71.642,79 euro. Ciò significa che in 25 anni potrei incassare 875.000 euro. Vi lascio immaginare cosa significa su 4 ha, che rappresentano ben 100 volte la mia superficie. Inoltre ho effettuato personalmente delle ricerche avvalendomi di tecnici specializzati nel settore. Un impianto, come indicato dall’assessore Palmini, di 2.000 Kw se installato su terreno agricolo della tipologia ‘‘fisso a terra’’ produrrebbe un ricavo lordo annuo di circa 1.330.000,00 euro, mentre se il terreno fosse irriguo si potrebbe costruire un impianto su serre nella tipologia detta ‘‘totalmente integrato’’ ed il contributo salirebbe a circa 1.500.000 euro l’anno. Lascio ai cittadini individuare quali siano i ricavi per 25 anni. Ed allora cosa sono 500.000 rispetto alle cifre che ho appena citato?». «Punto secondo – prosegue Benedetti – le modalità di assegnazione. Durante la relazione introduttiva il responsabile ha asserito che più ditte si sono dichiarate disponibili a prendere in considerazione il progetto. Ora perché si è arrivati ancora una volta, ad una trattativa privata tra le parti e non ad una regolare gara d’appalto, all’insegna della massima trasparenza, che avrebbe garantito all’Ente ben altri introiti. Permettetemi di nutrire qualche dubbio sulla bontà dell’operazione. Si parla di un impianto sperimentale. Ma cosa si vuole sperimentare; forse se le colture crescono sopra i pannelli? Per favore siamo seri, La squadra di manager dell’Agraria mi spieghi, dati alla mano, dove sta l’affare per i tarquiniesi e per l’Ente». Immediata la replica dell’ente. «Ren Electron fu il primo soggetto a presentare domande volte alla concessione di terreni per la realizzazione di impianti fotovoltaici sui fondi di Demanio civico. L’allora consigliere di maggioranza Enrico Benedetti, condivise l’idea di partire con un progetto pilota che in via sperimentale affrontasse un procedimento amministrativo e burocratico con gli enti di riferimento del tutto innovativo, tanto da essere il primo della Regione Lazio. Ha anche votato tutte le delibere consiliari in cui si faceva cenno e menzione esplicita della posizione della Ren Electron senza mai obbiettare nulla, sorprende che oggi muova critiche che appaiono esclusivamente strumentali e politiche». «Nel suo snocciolare numeri privi di fondamento – proseguono dall’Agraria – omette la voce costi e rischi di impresa. L’impianto de quo costa all’Università Agraria Euro 0,00. Grazie al complesso delle garanzie richieste, tutela l’Ente e i suoi utenti, in riferimento al pagamento del canone, complessivi 500.000 euro, smantellamento, smaltimento e danni colturali. Sono a carico della Ren electron, costi di progettazione, analisi geologiche, presentazione delle domande, costi di allestimento impianto e smaltimento finale, oltre al rischio di impresa, danneggiamento e furto dei pannelli. La scelta di questa amministrazione, peraltro condivisa dal consiglio tutto e votata dallo stesso Enrico Benedetti è stata di individuare terreni utili allo sviluppo di energie da fonti rinnovabili, prescindendo da regimi lucrativi, ma quale scelta strategica per il futuro. Sorprende che sia il presidente dalla Commissione Bilancio, nonché amministratore pubblico Enrico Benedetti a cadere in un errore così macroscopico. Quello che propone Benedetti, ovvero realizzare in proprio un impianto fotovoltaico, è semplicemente e tecnicamente impossibile, vista la limitata capacità potenziale di indebitamento dell’Ente, sancita con decreto legislativo 267/2000, in rapporto ai costi di realizzazione di un impianto serio che non si limiti alla piccola copertura di un capannone industriale, dica alla città quanto costa impiantare ciò che propone, facile fare l’imprenditore con i soldi dei cittadini, almeno non usi la demagogia come motivazione. Quanto alla regolarità del procedimento amministrativo e alla concessione verso la Ren Electron siamo certi della sua legittimità e sfidiamo il signor Benedetti a proporre eventuale ricorso al Tar se convinto delle solite parole che ama proferire senza freno. Non siamo stati noi a proporre e presentare aziende e società proveniente da ogni parte del mondo per la realizzazione di eco mostri sui terreni di demanio civico, chiedendo a gran voce la trattativa esclusiva con detti soggetti, l’evidenza pubblica per noi è la regola, forse è questo che non piace a Benedetti ed è per questo che oggi urla dai banchi dalla minoranza, ricordando come senza asta aveva ‘‘rimediato’’ arabi per 400 Ha di impianto alla faccia della coerenza».