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    Politica
    2 Novembre 2011
    Fratelli coltelli di…maggioranza

    di GIAMPIERO ROMITI 

     

    Dobbiamo dirlo con nettezza (se volete anche… urbana, visto che il «caso» cittadella dei rifiuti non è certamente finito in qualche cassonetto): abbiamo trascorso una settimana niente male. Vissuta tra la noia di giornate uggiose, sotto un cielo carico di polveri sottili che però vengono sistematicamente sottovalutate o addirittura snobbate dal perenne oltreché qualunquistico chissenefrega dei responsabili della salute pubblica e sballottati, come tante foglie secche, dal soffio impetuoso della certezza del dubbio che ormai la fa da padrona in questa nostra sempre meno bella città d’incanto. E, credeteci, verrebbe pure voglia di implorare almeno un attimo di trasparente verità da parte di coloro che ormai puntualmente e sfrontatamente prendono invece per i fondelli i poveri cristi altrimenti chiamati cittadini. I quali, non bisogna mai dimenticarlo, pagano le tasse e gli stipendi a quella classe dirigente che siede comodamente sulle poltrone «pinciote» e che di fatto non riesce a… dirigere un bel nulla.
    Un esempio per tutti. I mercatali protestano, la crisi passeggia insieme all’esercito di sorci tra i banchi della «baraccopoli» allestita sulla trincea ferroviaria, il sospiratissimo restyling della vecchia struttura giace in qualche angolo sperduto di un Palazzo ormai abitatissimo da tantissime chiacchiere e pochissimi fatti. Soffia sull’invitante microfono col solito trasporto, accompagnato dallo sguardo carico di libidinosa soddisfazione, il Marchese del Pincio: «Al massimo entro due settimane prenderanno il via la ristrutturazione del mercato ed entreremo così di botto in una dimensione epocale». Passano i giorni e in quella zona, diventata ormai uno straordinario ricettacolo di «monnezza» e di innumerevoli (e indicibili) sozzure, non si vede neppure una carriola, una pala o un martello: nada de nada. E allora arriva il tempestoso annuncio di Marco Piendibene: «Altro che tempi brevi, per il mercato passerà ancora molto prima dell’inizio dei lavori». Accipicchia. E perché mai? «Intanto pare – aggiunge il piddino – che il «comparto» ittico sia sottoposto ad un vincolo di facciata non superabile dall’attuale progetto presentato alla Sprintendenza. Inoltre lo spostamento degli operatori in piazza XXIV Maggio, avvenuto nel settembre dello scorso anno, è costato un milione d’euro e spiccioli, somma stornata dal finanziamento per la realizzazione del mercato stesso». Secondo Piendibene, quindi, dei soldini non ci sarebbe più neanche l’ombra. E allora la domanda nasce spontanea: chi ciurla nel manico il Primo Cittadino oppure il capogruppo del Pd? Risposta asciutta come un’alice: cercate la verità vera mercatali, cercate. Non fatevi strumentalizzare e non permettete a chicchessia di sbeffeggiarvi. Chi si rivelerà un mistificatore o un menzognero dovrà pagarne le conseguenze al momento del voto. Okay?
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    Tempi cupi per la maggioranza moscheriniana? Boh! C’è però da chiedersi se, alla luce di quanto sta accadendo, sia un blocco di granito o un’armata brancaleone. Chi segue le vicende politiche cittadine si sarà certamente fatta un’idea precisa, mentre noi ci limitiamo semplicemente a fare la cronaca di una quotidianità infarcita da schizofrenia in quantità industriale. Cominciamo da Mirko&Mirko alias Cerrone e Mecozzi, rappresentanti del popolo casiniano. «Abbiamo chiesto lumi su alcune delle più importanti opere pubbliche locali ed il sindaco pro tempore (però, mica male ‘sto «pro tempore» -ndr-)con la sua proverbiale eleganza ci ha risposto che dovevamo fare pace col cervello – hanno sottolineato – Ebbene la situazione si è aggravata ed il primo cittadino ha saputo solo e soltanto cianciare bugie su bugie». Bè, davvero una sorta di bel cazzotto nello stomaco. Proseguiamo con il pidiellino Sbrozzi che ha trattato e continua a trattare l’assessore Petito come una pezza da piedi. Andiamo avanti con Reginella, uno dei colonnelli più fidati del dolce Gianni, che senza mezzi termini ha invitato il «principe» dell’urbanistica Mauro Nunzi a farsi da parte. Procediamo con il Polo Civico che ha intimato al camaleontico (quante pelli partitiche ha cambiato?) Frascarelli di non rompere gli zibidei a Campidonico. Insistiamo con il presidente del Consiglio Cappellani che, tout court, ha sibilato che il governo di cui fa parte finora non ha prodotto praticamente nulla sul piano dello sviluppo. Concludiamo con il segretario dell’Udc, Di Gennaro, che ha sparato a bruciapelo del responsabile del bilancio De Angelis per aver redatto, a suo dire, un documento eccezionalmente scadente. Tutto ciò che abbiamo elencato, e che non può essere assolutamente smentito, ha bisogno, secondo voi, di commenti?
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    Colta al volo in uno dei corridoi di Palazzo del Pincio: «Il Marchese del Pincio avrà capito che deve togliere la delega a non meno di cinque assessori? Vogliamo sperare che non faccia orecchie da mercante altrimenti…». Allora? Vale la pena aspettare gli sviluppi della divertentissima, e pure arrapante, faccenduola. Chi vivrà vedrà.
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    E’ domenica. Fate l’amore con la vostra donna e vi sentirete padroni del mondo.