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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Fungopoli, per la Regione un provvedimento illegittimo

    TARQUINIA – La Regione Lazio ha espresso un parere di illegittimità nei confronti della riserva per la raccolta dei funghi, istituita lo scorso ottobre dall’Università Agraria di Tarquinia ad esclusivo uso dei residenti del comune viterbese. A seguito degli approfondimenti svolti a cura della competente Area consulenza e assistenza giuridica, la Direzione regionale agricoltura ha confermato che l’istituzione della riserva di ‘’Pian della Regina” è in contrasto con le disposizioni di legge. La Regione ha notifico agli enti in causa che “ai sensi della L.R. n.32/98 la costituzione di riserve di raccolta è consentita solo previa autorizzazione dell’amministrazione provinciale in base alla procedura prevista dal comma 5 dell’art. 6, mentre la possibilità di accedere a tali riserve è subordinata al riconoscimento della qualifica di raccoglitore professionale”. Per il vicino comune di Civitavecchia si tratta di una battaglia vinta. Ad esultare, in particolare, è l’assessore al Commercio, Turismo e Agricoltura, Alessandro Maruccio, che da subito ha contrastato il provvedimento.“Ritengo che questa sia una vittoria di tutti i cittadini – ha commentato Maruccio – che vedevano negarsi un diritto e di chi si è battuto per ottenere la cancellazione della riserva. D’altra parte, era talmente evidente l’illegittimità del provvedimento a firma del presidente dell’Agraria, che non si poteva fare altrimenti. Era come se, per assurdo, il Comune di Civitavecchia decidesse di vietare la pesca ai tarquiniesi in un tratto di mare antistante la nostra città”. “Pertanto – ha proseguito l’assessore civitavecchiese – spero che a questo punto, il buon senso consigli ad Antonelli di tornare sui suoi passi e ritirare finalmente questo ingiusto provvedimento. Diversamente, saremo costretti ad agire in tutte le sedi opportune ed attivare tutte le misure necessarie affinché venga finalmente ripristinata la legalità”. “Voglio in ultima battuta – ha concluso Maruccio – confermare come, ancora una volta, gli attacchi strumentali ed esclusivamente personalistici da parte del presidente Antonelli erano frutto di un evidente disagio politico, che lo ha portato a prendere una decisione partigiana, faziosa e come più volte ribadito, priva di senso. Per fortuna, ma non ce ne era bisogno, la legge ha confermato che il feudalesimo è finito da secoli e che le rimostranze sollevate dall’amministrazione Comunale di Civitavecchia erano più che corrette e fondate esclusivamente su profili di legittimità giuridica anche difesa dei propri concittadini”. Sulla stessa lunghezza d’onda i consiglieri comunali Daniele Perello e Alessio Gatti: «L’istituzione della riserva di ‘’Pian della Regina’’, da parte dell’Università Agraria di Tarquinia è in contrasto con le disposizioni di legge – dicono i due consiglieri del Gruppo misto – Allora quando dicemmo questo, non eravamo ne pazzi, ne demagogici. Ma costatavamo la reale situazione che in realtà tutti sapevamo, ma che qualcuno ha voluto far credere essere diversamente. Un plauso da fare anche all’assessore Maruccio per avere seguito con intensità la vicenda e alla gestione della situazione sul posto sia dagli ‘’appassionati fungaroli’’ di Civitavecchia, sia dagli uomini del Corpo Forestale di Tarquinia che hanno egregiamente gestito le difficoltà”. «Inoltre – aggiungono i consiglieri – oggi non c’è molto da riflettere sulla vittoria di questa vicenda, ma su un modo di concepire il territorio in maniera differente, in linea con le linee programmatiche dei due comuni che tendono a superare divisioni e cooperare in processi di sviluppo industriale e turistico. Civitavecchia e Tarquinia devono crescere e devono farlo assieme. Ognuno ha bisogno dell’altro, perché i territori sono e devono essere complementari. Garantire scelte importanti è necessario per dare un futuro differente ai nostri giovani».  ALESSANDROImmediata la replica del presidente Alessandro Antonelli che ribadisce a chiare note che “Sulla riserva non si retrocede”. “La nota emessa dalla Regione Lazio – dice il presidente Antonelli – è un atto inutile, politico, privo di alcuna valenza legale o impositiva, viziato da incompetenza, tanto a livello funzionale, visto che della materia si occupa la Provincia, quanto per l’ignoranza sulla questione palesata da chi l’ha emessa. Non siamo davanti ad un parere legale, ma alla libera interpretazione di un funzionario regionale che con una solerzia sospetta e sorprendente ha inteso rispondere alle sollecitazioni tutte politiche sull’argomento, evidente il tiro per la giacca. Mentre altri importanti pareri languono negli uffici della Regione Lazio su questo si è inteso rispondere in poco più di un mese con argomentazione sterili e motivazioni sempre più deboli. Rimane insoluta la vicenda legata agli usi civici, al diritto primario di raccolta dei nostri utenti che, devono intendersi alla stregua dei proprietari dei fondi privati, nonché sulla disparità di trattamento tra Università Agrarie e Comunità Montane, sulla salvaguardia di un sito tutelato dalla comunità europea, con straordinarie persistenze archeologiche, elementi che alla Regione non interessano, cassati in poche e scoordinate righe con la frase ed effetto che faccia la felicità dei titolisti di giornale. Una nota figlia del sentito dire, nessuna richiesta documentale, nessun incontro, il solito principio politico per il quale è sbagliato tutto quello che è promanato dalla controparte politica. Delle veline emesse dai zelanti funzionari regionali a richiesta, faremo buon uso, inserendoli tra gli atti inutili. Del resto non capiamo la notizia visto che sull’argomento abbiamo dato già riscontro in sede di consiglio dell’Ente”. “Convocheremo a breve una consiglio aperto sull’argomento- annuncia Antonelli –  in cui spiegheremo ai cittadini cosa sta realmente accadendo e le ragioni di questo accanimento davanti all’esercizio di un loro diritto invitando tutti i protagonista di questa soap opera. Abbiamo già consegnato la nota della Regione Lazio ai legali dell’Ente, esperti in materia di usi civici, affinché impugnino il parere ed ogni atto successivo dinnanzi ai tribunali di competenza. Non intendiamo retrocedere di un metro e nel consiglio aperto prenderemo atto oltre le dichiarazioni di facciata di chi ha effettivamente a cuore gli interessi dei cittadini di Tarquinia, ad ogni livello politico. Siamo comunque già pronti a trasformare la riserva in fondo chiuso, con accesso regolamentato sostenendo i relativi costi”

    Ale.Ro.