di ROBERTA GALLETTA*
Giuseppe Garibaldi, uno dei padri dell’Unità d’Italia che si celebra oggi 17 marzo, è ospite di Civitavecchia in più occasioni. La prima volta che l’eroe dei due mondi conosce il porto di Roma veste a 17 anni nel 1825 gli abiti di marinaio mercantile sulla tartana Santa Reparata, di cui il padre è proprietario e capitano, e che attracca proprio nel porto della nostra città per poi ripartire l’11 aprile dello stesso anno. Di quel periodo di passaggio a Civitavecchia Garibaldi parlerà più volte quando tornerà nella città portuale nel corso dell’ultimo periodo della sua vita.
Il 24 gennaio 1875, quando anche Civitavecchia è entrata ormai di fatto a far parte del Regno d’Italia, il generale, in procinto di recarsi dall’isola di Caprera, nell’arcipelago della Maddalena in Sardegna, al Parlamento Italiano a Roma dove è deputato, sbarca nel porto di Civitavecchia. Soggiorna nella casa del suo vecchio amico d’armi Numa Palazzini, oggi identificata con un appartamento nel palazzo che si trova lungo Viale della Vittoria accanto alla chiesa dei Santi Martiri Giapponesi. In questa occasione viene accolto in modo festoso ed entusiasmante dalla città, visto che l’eroe dei due mondi è stato uno dei protagonisti dell’Unità d’Italia avvenuta nel 1861. A distanza di 14 anni da quell’evento e ad appena 4 dall’entrata di Civitavecchia nel Regno Italiano (ricordiamo l’entrata a Civitavecchia dell’esercito regio il 16 settembre 1870 che arriverà a Roma il 20 settembre e che sarà annessa insieme a tutto lo Stato Pontificio al nuovo Regno con la presa di Porta Pia) la figura carismatica di Giuseppe Garibaldi tiene viva l’attenzione di tutta Civitavecchia che lo omaggia con un’accoglienza calorosa. A ricordo del suo soggiorno esiste una lapide posta sul palazzo di Viale della Vittoria messa nel 1925 e poi nuovamente ricollocata dopo la guerra poiché parte del palazzo e la lapide originale sono andati perduti con i bombardamenti.
Il generale torna poi in città il 12 luglio dello stesso anno, il 1875, per rimanere fino al 14 agosto, soggiornando presso l’edificio attualmente conosciuto come Villa Albani (ex Villa Lucchesi) in Via Terme di Traiano per sperimentare le proprietà terapeutiche delle acque termali con cui cerca di curare la sua artrite. Dovendo usufruire dell’acqua salutare desidera una dimora che sia situata presso le antiche Terme Taurine e quella villa fa proprio al caso suo. Anche di questa occasione ne è testimone una lapide che sebbene riporti erroneamente la data del soggiorno di Garibaldi, è una ulteriore prova del passaggio del generale a Civitavecchia. In questo periodo l’eroe dei due mondi frequenta anche lo stabilimento balneare Bruzzesi, di proprietà di Giuseppe Bruzzesi, zio del colonnello garibaldino civitavecchiese Giacinto Bruzzesi e grande amico del generale. Frequentando quello stabilimento, oggi identificato nell’area dell’attuale Pirgo, Garibaldi può così respirare l’aria pura che tanto gli ricorda Caprera e stare in un ambiente familiare, discutendo anche di politica con molti dei turisti e avventori che da Roma e da tutto il comprensorio vengono in villeggiatura a Civitavecchia.
L’ultima volta che Garibaldi soggiorna ancora per un lungo periodo a Civitavecchia è tra il 31 luglio e il 31 agosto del 1879 , presso il palazzo dei fratelli Cancellieri, oggi andato perduto ed ubicato nell’area dove si trova attualmente il Commissariato di PS e l’edificio che ospita la Banca Desio, già ristorante “da Cecco”. In questo periodo la sua saluta migliora tanto da essere definita “ottima” e “fiorente”. A ricordo di questo suo ultimo soggiorno esiste Largo Caprera situato nei pressi del palazzo che ospitò a Civitavecchia l’eroe dei due mondi.
Nel 1890, a distanza di otto anni dalla sua morte avvenuta il 2 giugno del 1882, a Civitavecchia viene eretto il monumento posto lungo Viale Garibaldi, anche questo omaggio al grande generale italiano. Nel corso del tempo poi numerose sono state le visite dei garibaldini a Civitavecchia in procinto di imbarcarsi per andare ad onorare la tomba di Garibaldi a Caprera. Questa ricorrenza è ancora oggi, seppur affievolita nella partecipazione, ancora viva.
* Storico