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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Giulio Valeri ha salvato il figlio

    TARQUINIA – Sarà effettuata domani mattina l’ispezione sul corpo di Giulio Valeri, il 55enne, ex maresciallo dell’aeronautica militare, morto domenica pomeriggio dopo un tragico schianto a terra con il deltaplano a motore. Soltanto dopo l’esame, il magistrato Pantaleo Polifemo, restituirà la salma ai famigliari che fisseranno i funerali. Giulio Valeri volava nel biposto, insieme al figlio Alessio di 20 anni con il quale stava rientrando all’aviosuperficie dopo una gita organizzata in compagnia di altri appassionati a bordo di altri quattro velivoli. Giulio Valeri, al timone dell’ultraleggero, e il figlio Alessio, nel seggiolino posteriore, erano partiti da Vejano ed erano in coda alla carovana. Giunti quasi a destinazione, intorno alle 17,40, hanno sorvolato la loro abitazione (una villetta situata lungo la provinciale Lupo Cerrino, a 100 metri dal luogo dell’incidente), poi si sono schiantati al suolo, deltaplanoL’uomo è morto 40 minuti dopo il tonfo sull’asfalto, avvenuto lungo la Litoranea, una strada che corre parallela alla pista di atterraggio. Per lui, lunghi minuti di agonia, durante i quali infermieri e medici hanno tentato di rianimarlo, poi l’ultimo sospiro. Il figlio Alessio, il primo a prestargli soccorso, è stato trasportato in ambulanza presso l’ospedale di Tarquinia e nella tarda serata è stato trasferito in elicottero all’ospedale Gemelli di Roma, a causa delle numerose fratture riportate alle vertebre e per via di due schegge che hanno trafitto il canale midollare. Alessio sarà operato domani, ma sembra che sia fuori pericolo di vita. Il papà, pilota esperto, avrebbe sbagliato la manovra di atterraggio dopo aver sorvolato la villetta. Non è escluso che si sia trattato di un errore di valutazione della distanza da terra. Fatale il tentativo di cercare di dare quota al velivolo: Giulio Valeri e suo figlio sono finiti contro gli altissimi eucalipti posti ai margini della provinciale, quindi sono precipitati al suolo. A dare l’allarme è stato proprio il figlio che si è liberato dal velivolo ed ha provato a rianimare il padre. Sul posto sono giunti la polizia del Commissariato di Tarquinia impegnata fino a tarda sera nei rilievi del caso, necessari a ricostruire la dinamica del tragico incidente. Immediato l’arrivo anche dei vigili del fuoco di Tarquinia, dei carabinieri e dei vigili urbani. Sul posto l’ambulanza dell’ospedale di Tarquinia e l’elicottero del 118, Pegaso 33, giunto da Viterbo e costretto a ritornare alla base vuoto. I medici hanno tentato l’impossibile, ma per Giulio non c’è stato nulla da fare. L’uomo avrebbe infatti riportato delle gravi lesioni interne. Disperati i parenti accorsi; sotto choc la moglie Irene, infermiera presso l’ospedale di Tarquinia, che dalla villetta di campagna ha visto l’agghiacciante scena del deltaplano che si schiantava e si è subito precipitata sul posto per soccorrere i familiari. Non c’è dubbio che Giulio Valeri ha salvato la vita al figlio. Il deltaplano sarebbe infatti precipitato in picchiata, e l’ex maresciallo avrebbe così fatto da cuscinetto al figlio, situato nella parte posteriore. A conferma di ciò ci sarebbe la barra del timone che è stata trovata spezzata. Giulio era un pilota esperto e un tecnico di aerei F 104 dell’Aeronautica militare, maresciallo in pensione dal ‘99, dopo aver prestato gli ultimi anni di servizio presso il ‘‘Quarto Stormo’’ di Grosseto. La sua carriera è stata seguita in parte anche dal figlio Alessio, che da circa un anno lavora come apprendista tecnico presso la ‘’Freeair Helicopters’’ di Tarquinia, la stessa società che si occupa della manutenzione degli elicotteri del 118. In pochissimo tempo la notizia ha fatto il giro della città, dove Giulio Valeri e il figlio sono molto conosciuti. Giulio era infatti da oltre sei anni volontario presso la Croce Rossa ed era molto noto per la grande disponibilità e affabilità. Il deltaplano è stato rimosso solo dopo le 20 e sottoposto a sequestro giudiziario. L’uomo lascia anche una figlia, sposata, di qualche anno più grande di Alessio, e un nipotino di circa un anno e mezzo.
    Ale.Ro.

     

    Il presidente della Croce Rossa: «Era un prezioso collaboratore»

    Svolgeva volontariato da oltre 6 anni ed era molto attivo
    Carlo Boseggia, ex collega: «Lavorava alla sala motori»

     

    TARQUINIA – Una tragedia che lascia nello sconcerto l’intera città di Tarquinia. Già domenica sera la notizia ha fatto il giro tra le comunità dei giovani che, anche attraverso facebook, hanno espresso solidarietà ad Alessio. Proprio a lui è toccato lanciare l’allarme e allertare l’arrivo dell’elicottero, essendosi subito reso conto del grave stato in cui versava il papà. Ha anche tentato di rianimarlo nei pochi minuti di attesa dell’arrivo dei medici. Domenica sera continuava a chiedere del padre, ignaro del triste epilogo. Stamattina, a Tarquinia, si è registrato un gran via vai nei pressi della villetta situata lungo la strada del Lupo Cerrino, a soli 100 metri dall’incidente e dalla pista dove Giulio e Alessio sarebbero dovuti atterrare. Nel dolore l’intera comunità della Croce Rossa, l’associazione di volontariato presso la quale Giulio Valeri prestava servizio da ben sei anni. «Era un collaboratore prezioso ed attento – ha commentato il presidente della locale sezione Francesco Guaragno – svolgeva mansioni specifiche con serietà e grande senso di responsabilità. Si occupava degli apparati radio della Croce rossa e si era anche offerto per il trasporto dei cordoni ombellicali presso la sede di Civitavecchia, ogni qualvolta si verificavano delle donazioni. E’ sempre stato un uomo molto attivo, dedito al volontariato e all’aiuto del prossimo. Non si è mai tirato indietro. Per noi è una perdita gravissima. Noi che abbiamo già subìto, neanche tre mesi fa, la perdita di un altro volontario: Piergiovanni Fermi, di 70 anni, anche lui collaboratore valido. Anche la moglie di Giulio Valeri, poi, noi la conosciamo bene; una gran lavoratrice in ospedale. Nell’insieme possiamo parlare di una famiglia modello, che si è sempre dedicata agli altri». Molto positivo anche il ricordo di Carlo Boseggia, un suo ex collega, maresciallo anche lui, oltre che compaesano: «Eravamo insieme al Quarto stormo, a Grosseto, anche se stavamo in postazioni di lavoro opposte. Lui stava alla sala motori. Ci divideva la pista d’atterraggio. Lo ricordo come una persona affabile, disponibile e sempre pronto ad aiutare gli altri». I deltaplanisti tarquiniesi non si danno pace, e soprattutto i compagni di quella giornata tanto tragica. Loro stavano davanti, avevano già raggiunto la pista, quando si sono resi conto della tragedia che si consumava a pochi metri. I residenti nella zona a ridosso della Litoranea, sono stati i primi a scendere in strada: «Abbiamo visto il velivolo cadere giù. Un’immagine orribile».