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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Gli anziani una categoria bistrattata

     S. MARINELLA – Anziani lasciati soli, giovani disagiati e persone portatrici di handicap privati del necessario aiuto. Nonostante l’amministrazione comunale, abbia provveduto all’affidamento del servizio di assistenza domiciliare per le persone anziane e per i disabili ad una cooperativa privata fino al 31 dicembre 2012, i contributi a disposizione non sono sufficienti per consentire ai responsabili della ‘‘Nuova Era’’ di poter coprire tutte le necessità. Sembrerà un paradosso, ma in una città che conta 18 mila abitanti e che ha un reddito inferiore alle altre località della Regione, ci siano solo 11 anziani che hanno il diritto a ricevere l’assistenza in casa. Possibile che in una società come quella santamarinellese che di anno in anno conta sempre più vecchi ci siano solo 11 anziani che necessitano di aiuto? Il problema invece è che, i servizi sociali del Comune, hanno intrapreso una strada che va contro quello che è il normale indirizzo di una amministrazione comunale e cioè quello di dare assistenza continua ad anziani soli, ai bambini disabili nelle scuole e ai portatori di handicap, la strada cioè del taglio indiscriminato ai contributi per il sociale, utile per far rientrare il Comune nel Patto di Stabilità. Per poter disporre di una sedia a rotelle, di un impianto per consentire ad un disabile di scendere le scale di casa, per dare ad un anziano solo una compagnia durante il giorno o per assistere gli alunni non autosufficienti durante l’orario di scuola, non si possono solo e sempre chiedere sacrifici ai familiari di queste persone. Se di assistenza si parla, evidentemente, chi va ai Servizi Sociali è perché il suo reddito non gli consente di avere risorse sufficienti per dare al loro caro la giusta assistenza. Come nel caso di quegli anziani che, privi di una pensione che gli consenta di essere ospitati in una residenza sanitaria assistenziale, sono costretti a vivere in strada, presso parenti o assistiti in modo velleitario dal Comune, per continuare ad avere una vita decente. C’è una sentenza della Corte di Cassazione che obbliga le amministrazioni comunali a intervenire “in solido” qualora un anziano non possa coprire con la sua pensione l’intero ammontare della cifra necessaria per essere inserito in una Rsa. Sentenza mai applicata dai Comuni. E’ bene allora che un Ente Locale che ha a cuore il futuro di una persona ormai non più abile a vivere da sola, lasci da parte leggi, norme e regolamenti restrittivi, e badi a trovare soluzioni idonee per queste persone senza star a fare sempre “i conti della serva”. Così come accade in quelle Nazioni come la Svezia, la Norvegia e la Danimarca che, sotto questo aspetto, sono avanti anni luce a noi. (Gi.Ba.)