logo
    Amministrazione
    2 Novembre 2011
    Gli equilibri di bilancio all’esame della Pucci

    CIVITAVECCHIA – La massima assise cittadina torna a riunirsi oggi, dopo oltre due mesi, per discutere diversi punti all’ordine del giorno. Il provvedimenti più importanti riguardano gli equilibri di bilancio, tema sul quale Freedom ha alzato la voce, paventando il rischio di scioglimento per il consiglio comunale, essendo slittata la data per l’approvazione, fissata per il 30 settembre. A tal proposito il movimento politico legato al Pdl cita la legge 267/2000: «La mancata adozione dei provvedimenti di riequilibrio – afferma – è equiparata alla mancata approvazione del bilancio di previsione con l’applicazione della procedura di scioglimento». «Salva l’ipotesi in cui sia assolutamente impossibile l’esercizio delle funzioni pubbliche da parte del consiglio comunale a seguito di una calamità naturale – scrive ancora Freedom – il decorso del termine previsto dal testo unico impone alle amministrazioni statali l’esercizio di potere di scioglimento, senza che abbiano rilievo le circostanze successive». Oggi alle 10 il consiglio comunale affronterà inoltre il tema della ricapitalizzazione di Etm, unica soluzione, secondo l’amministrazione comunale, per evitare il fallimento della municipalizzata dei trasporti. Su questo tema si è invece espressa l’Unione sindacale di base del Comune di Civitavecchia, diffidando il Sindaco a formulare determinate proposte e preannunciando un nuovo esposto alla Corte dei Conti: «Si prevede bufera per la proposta di ricapitalizzazione del passivo di Etm – dichiara il sindacato – l’azzeramento del passivo tutto a scapito dei cittadini che pagheranno, significa ancora milioni di euro per colpa di Amministratori e Dirigenti incapaci e disonesti ancora in attesa di processo». Altro importante punto all’ordine del giorno è il Piau, provvedimenti importanti per gli interventi futuri da eseguire in città. Ci sarebbe poi da valutare la mozione del 15 dicembre del 2009 presentata da Mauro Guerrini per impedire un incremento dell’utilizzo di carbone per produrre energia elettrica sul territorio: «Intanto sancirà con chiarezza la posizione dell’amministrazione comunale in merito all’utilizzo del carbone – spiega il consigliere comunale del Partito democratico – poi potrebbe annullare le velleità di alcuni complessi industriali, convinti di poter fare ciò che vogliono a Civitavecchia». 

     

    Attig: Comune a rischio di scioglimento

    Non sappiamo se il Comune di Civitavecchia, o meglio i suoi governanti, facciano parte del sistema degli enti locali che è obbligato a rispettare le leggi dello Stato Italiano. Se fosse così, ci domandiamo come mai non si sia proceduto a sciogliere il Consiglio Comunale di Civitavecchia in quanto lo stesso non ha proceduto, secondo quanto stabilisce l’art.193 e 141 della Legge 267/ 2000, ad approvare entro il 30 settembre scorso gli equilibri di bilancio. “entro il 30 settembre di ciascun anno, l’organo consiliare provvede con delibera ad effettuare la ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi. In tale sede l’organo consiliare dà atto del permanere degli equilibri generali di bilancio. La mancata adozione, da parte dell’ente, dei provvedimenti di riequilibrio previsti dal presente articolo è equiparata ad ogni effetto alla mancata approvazione del bilancio di previsione di cui all’art. 141, con l’applicazione della procedura di scioglimento”. Badate bene, a meno che a Civiatavecchia non siano atterrati i marziani, evento eccezionale, la norma sopra citata non è prorogabile, così come stabilito dalla sentenza del Consilgio di Stato N° 2407/2008. I giudidci infatti hanno decretato: Con specifico riferimento al procedimento riguardante la salvaguardia degli equilibri del bilancio, le autorità statali hanno l’obbligo di procedere allo scioglimento del consiglio comunale quando risultino i presupposti oggettivi, previsti dall’art. 193 del testo unico sugli enti locali. Salva l’ipotesi in cui sia assolutamente impossibile l’esercizio delle funzioni pubbliche da parte del consiglio comunale a seguito di una calamità naturale, il decorso del termine previsto dal testo unico impone alle amministrazioni statali l’esercizio del potere di scioglimento, senza che abbiano rilievo le circostanze successive. A questo punto ci domandiamo, senza alcuna vena polemica ma per rispetto della legge, se qualche Consigliere abbia o meno presentato un esposto al Prefetto di Roma, segnalando quanto avvenuto.