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    Lettere
    2 Novembre 2011
    Guardare al futuro del Pdl attraverso gli “Stati generali” del centrodestra

    Passate le elezioni, e le solita scia di invidiose quanto infantili polemiche, siamo dell’avviso che occorra fermarsi e riflettere sul futuro del Polo della Libertà. E’ questo, infatti, ciò che piu’ ci interessa e che, nel contempo, ci preoccupa. Restando intatte le nostre critiche sulla conduzione dell’Amministrazione comunale, da cui vogliamo rimanere distinti e distanti visto che non possiamo riconoscere un progetto politico che veda insieme il Pdl e l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, tesi da noi sostenuta sin dalle scorse Poliitche quando, improvvisamente, una lista civica si “trasmormò” nell’IdV, l’aspetto che maggiormente ci sta a cuore è quello che riguarda il futuro del nostro partito. In questo panorama assolutamente frastagliato serve invece concentrare gli sforzi per raggiungere un unico, grande obiettivo: costruire un Popolo della Libertà radicato nel territorio, con una prospettiva politica di lunga durata e con idee vincenti per il futuro. Il futuro, infatti, è il punto su cui ognuno di noi dovrebbe interrogarsi. Al di là delle dichiarazioni post elettorali, non è sfuggito a nessuno che il Pdl sta perdendo consensi. E sbagliano coloro che, pur di lanciare trionfalismi, ci criticano dicendo che nulla è successo due domeniche fa e che noi siamo quelli che vogliono solo dividere. Qualcosa è accaduto, o meglio sta cominciando ad accadere ed è inutile, quanto miope, bearsi degli insuccessi del Pd. Incominciamo a guardare in casa nostra, prima di pensare a quella degli altri. Ci si dirà che, per arrivare al traguardo, bisogna trovare l’unità. Freedom non ha mai detto di essere contro l’unità del Pdl ma, per arrivarci, bisogna costruirla con umiltà e intelligenza. In tale contesto è necessaria una nuova, potente azione politica che sappia coniugare le istanze dei cittadini con le idee. E’ allora necessario iniziare a pensare alla costituzione degli “Stati generali” del centrodestra, una vera e propria “due giorni” politica dove, anche a viso aperto, ci si possa confrontare – in special modo con la gente, il popolo – e ragionare sul domani. Non ci interessano posizioni e poltrone, altrimenti non ce ne saremmo andati dalla giunta. Avevamo, e abbiamo, un disegno piu’ alto: quello di offrire il nostro contributo per la nascita di una nuova classe dirigente, una nuova generazione di moderati che sappia guardare al futuro con l’esperienza della cultura politica e la voglia di fare dell’entusiasmo. L’augurio è che, per una volta tanto in questa città, si abbia il coraggio di mettere da parte invidie, gelosie e ripicche per rimboccarsi le maniche (questa volta sì) per il bene della collettività. Che, col voto popolare, ci darà poi se la strada imboccata era quella giusta.

    Fabiana Attig,  Alessio De Sio

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