di DEMETRIO LOGIUDICE
CIVITAVECCHIA – Solidarietà, giuramento d’ Ippocrate, esperienze gratificanti in ambito internazionale. Oggi la figura del medico è anche, soprattutto questo: sfida, missioni, motivazione. Ne sa qualcosa Azzurra Colasanti, dottoressa romana di nascita ma civitavecchiese d’adozione perché specializzata in pediatria proprio all’ospedale di Civitavecchia. India, Haiti, Sudan, Africa dietro ONG, Organizzazioni Non Governative, che assieme alla professionalità esportano aiuto e speranze in ogni parte del Mondo. Questi i medici di frontiera, quelli che come Azzurra decidono su due piedi di mettere in valigia pochissime cose, dalla sera al mattino, di dare fondo alle ferie od ai residui permessi e partire alla volta di scenari orribili ed incerti: guerre, terremoti, catastrofi umanitarie. E’ nel continente Africano, nell’ altopiano Etiopico, ad Adwa, tra un insediamento chiamato Villaggio dei Bambini ed il Centro Emergenza realizzati con l’aiuto della Fondazione ‘‘James non morirà’’ di Roma, che Azzurra apporta il suo primo duro lavoro di volontaria. «Ritenevo Il sud del Mondo il posto migliore dove provare l’esperienza sul campo» dice Azzurra in un intervista rilasciata al Sole 24-Ore. Trentotto anni, Azzurra tre anni fa accettò una segnalazione del suo Primario e subito ecco richieste le ferie per raggiungere Adua. La dottoressa crede nel volontariato, «è molto importante dal punto di vista professionale, utilissima – dice – soprattutto perché sul campo il medico è costretto a rivalutare al massimo la clinica, lavorando con pochi mezzi, ma comunque riuscendo a salvare parecchie vite». Poi , Azzurra si sofferma sull’aspetto fortemente umano, quello che da solo può smuovere le montagne: «E’ proprio l’esperienza umana, il rapporto con il mondo vero che c’è là, la ricchezza dei sentimenti che si esprimono, la sincerità e la gratitudine ad alimentare sogni di speranza». Ed il Centro di Emergenza ed il Villaggio dei bambini di speranze ne dispensano tante. Accolgono bambini denutriti e disidratati, distribuiscono pasti e cure mediche, offrono conforto ed amorevole ricovero a piccoli orfani o abbandonati.
Sanità
2 Novembre 2011
Haiti, la solidarietà passa dal San Paolo