logo
    Cronaca
    2 Novembre 2011
    I docenti dell'Isis replicano al senatore Giulio Marini

    TARQUINIA – I 27 insegnanti dell’Isis di Tarquinia, firmatari del documento contrario alla riforma Gelmini e in particolare ai tagli finanziari alle scuole e alla riduzione dell’offerta formativa, replicano al senatore del Pdl Giulio Marini che ha interpellato il ministro stesso per chiedere se sia corretto che il collegio dei docenti faccia politica a scuola, avendo, gli insegnanti, indetto un’assemblea per genitori e alunni al fine di illustrare i termini della riforma ampiamente bocciata. Il documento in questione è stato approvato nei giorni scorsi durante il collegio dei docenti. “Nonostante il documento in premessa dichiarasse che la scuola pubblica da molti anni – e da molti governi – non riceve l’attenzione necessaria, l’onorevole Marini lo ha ritenuto comunque un’iniziativa politica, che esula dalle competenze dell’organo collegiale – dichiarano i docenti – Non possiamo nascondere una certa soddisfazione. Infatti, facendo ciò, il senatore ha aggiunto visibilità alla nostra protesta e ha contribuito a far fallire i tentativi di soffocare, intimidire e mettere il bavaglio alla libera espressione del pensiero”. “Il collegio dei docenti, secondo il senatore Marini– non deve “impartire un indirizzo politico” a studenti e famiglie, e noi sottoscriviamo in pieno. Deve, piuttosto, “curare la programmazione dell’azione educativa”, nonostante quest’anno tale programmazione fosse pressoché impossibile. Infatti, con i Regolamenti Gelmini sul riordino dei licei, istituti tecnici e professionali non ancora pubblicati sulla G.U. (e dunque non ancora, formalmente, leggi a tutti gli effetti), i docenti hanno dovuto improvvisare le attività di orientamento alle famiglie per le iscrizioni alle prime classi, senza che fossero chiari gli indirizzi di studio attivabili dalle istituzioni scolastiche e quali classi di concorso coprissero i vari insegnamenti. I collegi dei docenti sono attualmente alle prese con l’adozione dei libri di testo; sa il sen. Marini che il ministro ha fatto slittare ulteriormente il termine per le adozioni dei testi delle prime classi, dopo le proteste di docenti e case editrici, impossibilitati a predisporre in tempi strettissimi le nuove offerte editoriali? E se per le prime classi dei Licei esistono per lo meno delle “Indicazioni nazionali” che descrivono il curricolo di massima da svolgere, per i tecnici e i professionali esistono delle semplici “Bozze” , sulla base delle quali disporre nuove adozioni (vincolanti per i prossimi sei anni) sarebbe quanto meno avventato”. “Per questi ed altri buoni motivi – proseguono i 27 insegnanti – alcune regioni a statuto speciale (per es. il Trentino e la Sicilia) hanno sospeso e rinviato l’attuazione dei Regolamenti mentre il Ministro, sordo a tutte le richieste in tal senso, ha rifiutato questa strada, si presume, per ovvie considerazioni di natura finanziaria. Il Collegio deve “programmare l’aggiornamento dei docenti, le iniziative a sostegno dei disabili e le attività di integrazione e recupero, […] e delibera per i progetti e attività paraextrascolastiche”. Ma se non ha certezza dei soldi a disposizione, come fa il Collegio a deliberare tutte queste belle attività? E soprattutto, come fa ad attuarle, viste le disastrose condizioni delle casse scolastiche? Rispondiamo noi al sen. Marini, ricordandogli che da qualche anno i Collegi programmano quasi esclusivamente attività di volontariato (degli insegnanti e del personale ATA) e progetti auto-finanziati, perché solo della buona volontà di molti, moltissimi docenti, dirigenti e ATA possiamo ormai essere sicuri”. “Sa il sen. Marini che per il secondo anno consecutivo i fondi per il funzionamento delle istituzioni scolastiche sono stati pari a zero? – incalzano ancora gli insegnanti – E che quest’anno i crediti che le scuole vantavano dal Ministero dell’Istruzione (per il mancato accreditamento di somme dovute negli anni passati) sono stati “congelati” e risultano dunque inesigibili e inutilizzabili? Con questa situazione di bilancio, anche il nostro Istituto, come tanti in Italia, quest’anno ha aumentato (di poco, per la verità) la tassa di funzionamento richiesta alle famiglie; non possiamo spiegargli perché siamo stati costretti a farlo? Copriamo i colleghi assenti limitando al massimo le spese, e nonostante ciò siamo spesso costretti a ridurre l’orario scolastico; possiamo spiegare ai genitori che non ci sono soldi per pagare i supplenti? Dobbiamo fare le nozze coi fichi secchi; possiamo almeno dichiarare il nostro scontento e chiarire in che modo i fichi si sono seccati? Questo non può equivalere a “impartire un indirizzo politico” alle famiglie, semmai a fare un’operazione di trasparenza e ottemperare ad un dovere di informazione che la scuola pubblica (pagata coi soldi di noi tutti) non può delegare, tantomeno a una classe politica (di destra e di sinistra) che di scuola, quasi sempre, sa molto poco”.