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    Economia e Lavoro
    2 Novembre 2011
    Il Consorzio Olivieri passa all’attacco: via ai lavori del Patto

    CIVITAVECCHIA – Ricordate il Patto Territoriale degli Etruschi? Dopo oltre 10 anni i progetti del Consorzio Olivieri previsti sui terreni nei pressi dello Sterpeto potrebbero diventare realtà, proprio quando sembrava che fossero stati definitivamente compromessi ‘‘per via giudiziaria’’. Oggi, infatti, si è svolto a Roma l’incontro tra i rappresentanti del Consorzio Olivieri e la Sovrintendenza per l’Etruria per il via libera all’avvio delle indagini sull’area della località Sterpeto destinata ad ospitare i primi progetti del Patto. Da qualche giorno, sulle aree in questione, campeggia un cartello di inizio lavori che sotto molti aspetti rappresenta un’autentica sorpresa rispetto a quella che, un anno fa, sembrava essere l’ultima puntata della tormentata vicenda del Patto, che era nato sotto l’amministrazione Tidei con la promessa di oltre 1500 posti di lavoro, con centinaia e centinaia di milioni (di lire) di investimenti privati. La Corte di Cassazione nell’estate dello scorso anno aveva rigettato il ricorso della Azienda Agraria Mediterranea contro la Edilfondiaria per la proprietà dei terreni in località Sterpeto interessati da alcuni progetti del Patto. Si chiuse così (o almeno sembrava) un contenzioso lungo quasi 20 anni. Il caso era stato sollevato in Commissione Urbanistica dal consigliere comunale Sandro Scotti, che al momento dell’esame della variante aveva posto la questione della disponibilità delle aree da parte del Consorzio Olivieri, ovvero del soggetto proponente l’iniziativa legata al Patto. Dopo una istruttoria comunale durata oltre 10 anni, si era dunque scoperto che i terreni su cui dovrebbero sorgere l’outlet e le altre strutture progettate dal Consorzio Olivieri, così come avevano già stabilito il Tribunale di CivitavecchiaPATTI e la Corte di Appello di Roma erano stati ceduti alla Edilfondiaria srl, oggi facente riferimento al commercialista tarquiniese Vasco Palombini. O almeno così sembrava. Perché anche la sentenza della Cassazione è stata impugnata, con una motivazione, a quanto pare, piuttosto semplice: il prezzo pattuito per quella vendita (simulata o no che fosse) non sarebbe comunque mai stato pagato. E i terreni, secondo i ricorrenti, sono da considerarsi di proprietà della società amministrata da Arturo Parenti, che ha sempre sostenuto che si trattava di un contratto simulato, contestando il trasferimento della proprietà alla Edilfondiaria. Il giallo del Patto, dunque, è tutt’altro che chiuso. Anzi, si apre ora una pagina del tutto nuova. Che speriamo porti investimenti e occupazione per la città.

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