CIVITAVECCHIA – Niente di nuovo al consiglio comunale di oggi convocato per discutere della terna da presentare al ministro Matteoli per la presidenza dell’Autorità portuale. Nessuna candidatura diversa da quella che ormai era scontato fosse la terna che il sindaco Moscherini avrebbe sottoscritto. Tanto che lunedì prossimo, al massimo martedì, il primo cittadino presenterà ufficialmente il documento al ministro dei Trasporti e della Infrastrutture. I nomi, ovviamente, sono quelli di Pasqualino Monti, di Enrico Luciani ed il suo, proposto ufficialmente ieri mattina, come già anticipato, dal presidente del Consiglio Franco Cappellani. Una proposta di candidatura, questa, che ha fatto infuriare l’opposizione che d’altro canto, però, non ha avanzato alcun nome alternativo e anzi non ha neanche sostenuto quello di Enrico Luciani, chiaro esponente di centrosinistra. Tanto che alla fine il partito democratico non ha votato, con la terna che ha ricevuto 18 voti favorevoli, compreso quello di Mirko Cerrone (il quale in precedenza aveva annunciato di voler sottoporre la candidatura del civitavecchiese manager dell’Iveco Massimiliano Perri), di Alessio Gatti e di tutto il Gruppo Misto. Astenuti invece lo stesso Moscherini e il consigliere Mario Fiorentini, il quale nel suo intervento aveva anvanzato anche una propria autocandidatura e che poi ha spiegato di non poter votare la terna per questioni politiche. «Non ho nulla contro Enrico Luciani – ha infatti spiegato – ma ho difficoltà a votare un candidato di centrosinistra». Contrari invece il verde Alessandro Manuedda e il consigliere dell’Idv Vittorio Petrelli, il quale ha definito la seduta di consiglio come una farsa, «un tristissimo spettacolo – ha aggiunto – che ha pure consentito, in modo estremamente furbesco, che venisse ricandidato lo stesso Moscherini». Proprio contro l’Italia dei Valori ha puntato il dito Alessio Gatti chiedendosi come mai in Provincia il partito sostenga il nome di Pasqualino Monti mentre a Civitavecchia vota contrario. «Mi chiedo poi – ha aggiunto – come mai Palazzo Valentini proponga anche il nome di Pietro Tidei e qui in Consiglio questo stesso nome non è stato fatto dal suo partito». Dall’opposizione è stato sottolineato invece come sarebbe stato «davvero democratico ricorrere – hanno spiegato diversi consiglieri – il bando pubblico come ha ben fatto la Provincia di Roma, o la votazione segreta al termine della seduta». «Quello di oggi è il gioco delle parti – ha spiegato il capogruppo del Pd Marco Piendibene – non potendosi nominare da solo e non essendo riuscito a ‘‘bruciare’’ il nome di Monti che invece ha riscosso consensi da più parti, è stato indetto questo consiglio comunale per far uscire anche il nome di Moscherini, attraverso Cappellani». Il presidente del consiglio, infatti, ha definito Moscherini «il candidato naturale in grado di garantire consequenzialità nelle scelte politiche dal 2006 ad oggi», pur riconoscendo a Monti e Luciani la professionalità maturata sul campo. E se Guerrini ha parlato di una nomina che «non sarà frutto di codivisione politica», è stata Marietta Tidei a rincarare la dose. «È stata messa in scena una pantomima – ha commentato – dove chi deve nominare diventa nominato. Certo avremmo preferito il bando pubblico, non questa sceneggiata. Di questo consiglio non interessa niente a nessuno, il Sindaco non ha neanche ascoltato gli interventi». Pronta la replica di Reginella che ha ricordato come «nessun bando pubblico è stato fatto per Ciani». «Mi sarei aspettato delle proposte, anche il nome di Tidei, da parte dell’opposizione – ha poi aggiunto Dimitri Vitali – e invece ha solo cercato di far passare un messaggio fasullo. Moscherini ha indicato Monti per il bene della città. Altro che Ciani, che ha gestito il porto come una sede di partito. Noi lavoriamo per la città; ecco perché vi stupite se il centrodestra inserisce nella terna anche Luciani». Chi si aspettava una discussione di più ampio respire, come auspicato anche dal vicesindaco Zappacosta, è rimasto a bocca asciutta. Il copione era scritto, sia da una parte che dall’altra. «Pietro Tidei, allora come oggi, non ha i requisiti per fare il presidente – ha aggiunto a conclusione Moscherini – il centrosinistra non ha saputo proporre altro. Seguendo la legge avrei potuto scegliere di iniziativa, invece ho promosso questo consiglio comunale. Con Monti all’Authority ed io come Sindaco, visto che mi ripresenterò, porteremo finalmente avanti uno sviluppo parallelo per il territorio».
Amministrazione
2 Novembre 2011
Il Pincio cala il tris: Monti, Moscherini e Luciani