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    Politica
    2 Novembre 2011
    Il tardivo risveglio dell’evangelico Ciani

    di GIAMPIERO ROMITI

    Fabio Ciani addio? Per il momento è stato un arrivederci. Adesso si tratterà di capire cosa deciderà il Tar il 16 dicembre, ma non è questo che più interessa. Il commissariamento c’è stato e tanto basta. Nel contempo però è arrivata pure l’immancabile conferenza stampa del presidente defenestrato e sono schizzate fuori delle notizie a dir poco scoppiettanti. Ha ululato il capo condomino di Molo Vespucci: «Se un commissariamento poggia le basi sull’urgenza di evitare danni irreparabili, mi chiedo perché sia sopraggiunto solo oggi». Mica malvagia come dichiarazione. Lascia infatti chiaramente intendere che il pesante provvedimento poteva o doveva essere preso molto tempo prima. Batte infatti il ferro caldissimo e aggiunge, Ciani: «Il Ministro ha preso la decisione dopo un anno e mezzo dall’avvio dell’ispezione del Dicastero dell’Economia e delle Finanze con annessa la famosa verifica di Spampinato che fu per qualche anno presidente del collegio sindacale dell’Authority e nello stesso periodo della succitata ispezione anche responsabile del nucleo di valutazione dei dirigenti del Comune». Eh sì, una gran cannonata questa. E certamente non potrà essere considerata alla stessa stregua di un innocuo sasso gettato nello stagno o di una sparata nel mucchio della serie “’ndo cojo cojo”. Ma non finisce qui. Spinto da un sacro furore evidentemente tenuto a bada per troppo tempo, Ciani s’è esercitato in un’altra paurosa spingardata: «Nel 2007, al momento del mio insediamento, avevamo 6.780.000 (seimilioni e settecentottantamila) euro di canoni non riscossi. In base a ciò è stata istituita un’apposita commissione e dopo le logiche ed ineccepibili procedure il dirigente d’area s’è occupato del settore. E quest’anno abbiamo azzerato quel dato». Il tutto, e quel che abbiamo riportato è molto di più di… tutto, condito da un’altra frase al cianuro: «Pago colpe altrui, le irregolarità non le ho create certamente io». Ogni riferimento alla precedente gestione targata Marchese del Pincio ovviamente non è casuale ma mirato con straprecisione. Però qui, ci permetta Ciani, casca l’asino. E se vogliamo si consuma in maniera inaccettabile un’assurdità bella e buona. Perché ha aspettato tre anni per gridare ai quattro venti di aver ereditato una situazione così deficitaria? Non è stato forse lui il prescelto dal centrosinistra per dare un taglio netto al passato e garantire una precisa discontinuità rispetto a quanto accaduto durante il “regno” moscheriniano? Perché proprio nel momento in cui ha preso atto delle colossali anomalie esistenti nell’Ente non ha convocato i media locali per spiattellare tutto quello che soltanto adesso si è venutii a sapere?
    Ciani, personaggio incredibile. Chissà fors’anche giustificabile in virtù del suo incrollabile spirito evangelico. Non ha mai replicato agli attacchi vomitevolmente grevi del Primo Cittadino («cosa volete che possa combinare di buono un ferrotranviere», una delle gentilezze più squisite), preferendo porgere sempre e incredibilmente l’altra guancia. Ora invece ha vuotato il sacco, fatto nomi e cognomi, offerto a chi di dovere materiale molto ma molto interessante per l’apertura di un’inchiesta coi controfiocchi e gettato più di un’ombra su colui che prima di lui aveva guidato l’Autorità Portuale. Ma tant’è. Valga in assoluto l’argomento riguardante i circa tredici miliardi del vecchio conio attinenti ai fatidici canoni: ci son voluti trentasei mesi perché venisse dato in pasto all’opinione pubblica. Troppi, vi pare? Ci permetta pertanto un paio di domande, ex presidente Ciani. La prima: in tutto questo tempo a che gioco ha giocato? La seconda: Per quale motivo ha deciso di mettere la polvere (chiamiamola pure così…) sotto il tappeto anziché aspirarla fino all’ultimissimo granello? «Affiderò la questione agli avvocati ed il loro parere diventerà decreto definitivo che i vigili urbani faranno rispettare». Parole e musica sono del Marchese del Pincio, che da eccellente decisionista (sic!!!) è riuscito a non decidere un bel nulla in occasione dell’incontro tenutosi all’Aula Pucci coi mercatali per stabilire la nuova graduatoria relativa all’assegnazione dei punti vendita. Va pure sottolineato, però, che il sindaco, apparso in forma (fisica) precaria, s’è fatto sfuggire di mano il controllo della situazione e per poco il “tempio rosa” che di solito ospita i consigli comunali non s’è trasformato in un mega ring. Due operatori infatti sono stati lì lì per passare dalle parole ai fatti e fortunatamente non sono venuti alle mani per il pronto intervento degli agenti della polizia municipale. Che dire? 1) Non si capisce perché il primo cittadino abbia voluto a tutti i costi invadere il campo del responsabile al commercio, Alessandro Maruccio, che stando ai bene informati aveva provveduto a stilare la benedetta (o maledetta?) “classifica” in maniera razionale ed oculata; 2) Alla luce di detta invasione di campo, resta pure incomprensibile la ragione per la quale il giovane assessore non rassegni le dimissioni visto che lo si vuol far contare meno del due di briscola; 3) Il flop del “dolce” Gianni, incapace di gestire la suindicata importantissima assemblea, è stato così fragoroso da far pensare che si stia opacizzando non poco la sua capacità di straordinario affabulatore. Sarà, questa, una domenica speciale? Se la dedicherete come si deve alla vostra donna, sicuramente. Forza, allora. Spingete a fondo.