TARQUINIA – L’Università Agraria di Tarquinia è solida e dispone di un patrimonio importante che non la pongono a rischio liquidazione. E’ questo il messaggio congiunto che arriva dall’ente di via Garibaldi e dal Comune di Tarquinia in merito alla sentenza della Corte di Cassazione sul contenzioso Ici, L’Università Agraria di Tarquinia in base alla sentenza 15553/09 deve infatti pagare al Comune il debito pregresso di Ici realtiva ai terreni che affitta agli utenti, riferita alle annualità che vanno dal 1993 al 1998.
Un debito milionario sul quale però i due enti interessati tranquillizzano. «La soccombenza dell’Università Agraria dinnanzi alla Corte di Cassazione sul contenzioso Ici – spiegano i due enti – non deve provocare inutili allarmismi e toni catastrofici. Il pronunciamento della Cassazione non ha colto impreparate le amministrazioni del Comune e dell’Agraria, che da tempo stanno lavorando ad una soluzione che non danneggi i cittadini e abbia i necessari profili di legittimità amministrativa». Dirigenti, legali e amministratori sono in campo per trovare una via alternativa che trasformi in un vantaggio per la città una sentenza che a detta degli enti era parzialmente attesa. La dimostrazione sarebbe anche nell’intervento all’ultimo consiglio, del presidente Antonelli, almeno per le annualità pregresse. La linea scelta, vista la complessità della materia è stata quella di non entrare nel merito, ma di attendere la sentenza stessa e su questa lavorare «per chiudere senza strappi e in maniera concertata», una vertenza che si è trascinata per anni. «In troppi e per troppo tempo si sono elevati al rango di giuristi – dicono Comune e Agraria – pontificando sulla vicenda legata all’Ici. Ora non è più tempo, né di proclami né di opinioni, parlano i fatti e urge una soluzione. Se alcuni passeranno alla storia per coloro che hanno provocato il contenzioso e altri per coloro i quali non lo hanno risolto, il sindaco Mazzola e il presidente Antonelli sono al lavoro per essere ricordati come coloro i quali hanno risolto per il bene comune un contenzioso più dannoso che utile».
Tra le ipotesi in ballo è possibile l’avvio di un atto transattivo con il quale l’Agraria potrebbe cedere al Comune una fetta del suo patrimonio.
Ale.Ro.
Cronaca
2 Novembre 2011
La Cassazione condanna l’Agraria al pagamento Ici