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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    La Cgil valorizza la figura della donna

    di MARTINA DE ANGELIS

    CIVITAVECCHIA – È con un’immagine regalata dalla famiglia Galice e lo slogan ‘‘Io lotto tutti i giorni’’, che le donne di Civitavecchia scelgono di commemorare la giornata dell’8 Marzo: alle loro ‘‘sorelle’’ che si sono battute per i loro diritti e per quelli delle loro figlie, nipoti e le generazioni a venire, durante gli anni ‘70. Durante l’incontro di ieri alla sede della CGIL di Civitavecchia un discreto numero di donne si è dato appuntamento per ricordare l’importanza del sesso femminile nella società da sempre. Francesca Megna (CGIL) ha illustrato il messaggio che si vuole dare alla giornata dell’8 marzo: «Non una manifestazione per festeggiare, ma per celebrare il ricordo di quelle donne che anni fa si sono battute per dei diritti che ancora adesso, nella società contemporanea, dobbiamo lottare per renderli scontati». La manifestazione si terrà a piazza Fratti alle ore 16.00, dove saranno presenti donne migranti, precarie, artigiane e giovani studentesse, ma l’incontro è aperto a tutti e intende rifarsi alla manifestazione del 13 febbraio scorso a Piazza del Popolo a Roma, che ha riscosso tanto successo, riuscendo a portare in strada un larghissimo numero di donne, ma anche una larga fetta della società maschile. Durante il colloquio interviene anche Simona Ricotti: «Questo è un tentativo di dare voce alle donne di questa città che raramente vengono prese in considerazione» continua inoltre «lo dimostra lo sfratto del Telefono Rosa che testimonia la mancata sensibilità dell’amministrazione comunale civitavecchiese che, tra l’altro, non ha nessuna donna al suo interno». Roberta Galletta vuole invece fare un cenno storico, ricordando l’arresto a Civitavecchia di quelle sette femministe militanti che furono arrestate per l’occupazione simbolica del MLD, con questo arrivare poi al problema del consultorio che la legge Tarzia minaccerebbe. Seguono poi le lamentele delle rappresentanti del Telefono Rosa che resistono allo sfratto, e delle donne-mamme con figli disabili che, mandati via dalla sede ‘‘L’arcobaleno’’ a San Gordiano, non trovando un aiuto sostitutivo reclamano disperatamente all’amministrazione un luogo per i loro figli.