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    Porto
    2 Novembre 2011
    La Garibaldi lascia Civitavecchia

    CIVITAVECCHIA – Ultimo viaggio per la nave traghetto Garibaldi, ex Ferrovie dello Stato, che tra poco prenderà il largo definitivamente lasciando il porto di Civitavecchia e, con esso, una città che per anni ha beneficiato, dal punto di vista economico e occupazionale, del traffico merci con la Sardegna. Questa mattina l’appuntamento era in Capitaneria di Porto per il cambio della bandiera, ora liberiana. Sbrigate tutte le formalità e sbarcati uomini e attrezzature varie, il rimorchiatore greco porterà via la nave, tra la delusione e l’amarezza dei lavoratori presenti e dei sindacati. «Oggi stiamo assistendo ad una pagina triste della storia della navigazione della nostra città – hanno spiegato Luciana Ceppolino ed Enrico Seri della Filt Cgil – dopo oltre 50 anni, nonostante le nostre battaglie, quello che è stato un volano per il territorio se ne è andato con la Garibaldi: con la sua ultima partenza possiamo dire chiuso il capitolo ferroviario a Civitavecchia. Dobbiamo riscontrare la scarsa sensibilità e la mancanza di interesse da parte dei nostri amministratori, se così possiamo ancora chiamarli, a questa problematica». Dello stesso avviso anche Gennaro Gallo della Uiltrasporti che ha ribadito come «con la partenza della Garibaldi se ne va – ha spiegato – l’ultima nostra speranza di mantenere in città il servizio navigazione delle Fs». Intanto, vista la dismissione ufficiale, a giorni i sindacati dovrebbero andare alla firma dell’accordo per la ricollocazione del personale: i 74 lavoratori, tra navigazione, uffici ed officina, saranno trasferiti a Messina, oppure ricollocati negli impianti di Civitavecchia, Montalto di castro, Orbetello, Trastevere, oppure accedere al fondo sociale o alla pensione. «Un percorso concordato – ha aggiunto Gallo – con il quale cerchiamo di garantire un futuro certo per questi lavoratori». Intanto si attende la convocazione del tavolo che era stato istituto mesi fa con la partecipazione di Ustica Lines, interessata a subentrare nel servizio. «Non sappiamo – spiegano i sindacati – che fine abbiano fatto le riunioni tecniche e gli incontri che si sarebbero dovuti svolgere in questo periodo».