TARQUINIA – Stupro di gruppo: prende la parola il sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola. All’indomani delle dichiarazioni da parte del legale della vittima, avvocato Sciullo – che ha denunciato l’assenza delle istituzioni a garanzia di un adeguato sostegno alla ragazza che a distanza di due anni dall’episodio vive ancora un forte disagio sociale -, il primo cittadino risponde di aver agito con discrezione e seguendo i suggerimenti degli assistenti sociali. «Caro avvocato Pier Maria Sciullo – scrive il primo cittadino in una missiva inviata alla stampa – pare proprio che non si possa fare a meno di ritornare pubblicamente sulla delicata questione di Marilena. Mi ero ripromesso di non dare più notizie pubbliche, ma non posso esimermi dallo spiegare quello che è avvenuto, dopo avere letto le critiche mosse verso la mia persona e l’amministrazione comunale. Ho richiesto una relazione dagli uffici comunali e dall’Ausl di Viterbo, competenti in materia sociale, per conoscere la situazione. Per quanto mi riguarda, dopo essermi attivato, al momento dell’avvenimento dei fatti, e avere incontrato la famiglia e la ragazza, in modo “protetto”, alla presenza dei servizi sociali, mi sono affidato alla loro competenza e professionalità, anche per avere un quadro preciso di ciò che avrei potuto o dovuto fare senza creare ulteriori problemi alla giovane». «La prima cosa che mi è stata chiesta – spiega Mazzola – è stata quella di non dare risalto politico-mediatico. Avrei potuto fare, come tanti, e ottenere facile pubblicità. Dopo l’incontro, su preciso invito dei servizi sociali sia dell’Ausl di Viterbo, sia del Comune di Tarquinia, mi è stato chiesto di non incontrare direttamente la ragazza, perchè stava seguendo un cammino terapeutico che solo i tecnici devono seguire. Un cammino che ancora non è terminato. Inoltre, mi è stato chiesto di sostenere le spese per l’inserimento della ragazza in una scuola romana, in modo da non farle perdere l’anno scolastico. E ciò è avvenuto. Sono stato chiaro e preciso con la famiglia: in qualsiasi momento, su loro richiesta, sarei stato disponibile per risolvere qualsiasi tipo di problema. Sono qui e sono sempre della stessa idea. Per dare sostegno e serenità a questa ragazza occorre farlo, però, nelle forme più riservate possibili». «Non sono disponibile a dare ancora in pasto mediatico questa storia – conclude il Sindaco – l’Istituzione che rappresento, oltre che la mia persona. Più rumore mediatico, più danno personale alla ragazza. Carissimo avvocato la inviterei, prima di fare proposte che riguardano la vita della ragazza, a confrontarsi con i tecnici dei servizi sociali che hanno in carico terapeutico la giovane, per avere un quadro certo che non danneggi ancora di più il suo reinserimento sociale. Per la stima che le porto la pregherei, poi, di avere l’accortezza di chiamarmi per avere un colloquio chiarificatore, senza coinvolgere l’opinione pubblica. Spero abbia capito che non sono il tipo di persona che vuole farsi pubblicità sulla pelle degli altri. Ho la coscienza a posto». (Ale.Ro.)
Cronaca
2 Novembre 2011
«Abbiamo fatto quello che ci è stato chiesto»